VARESE Si chiama crowdfounding, ed è la nuova modalità di raccolta fondi per il mondo 2.0, quello legato al web. E, a Varese, è il Comune a utilizzarlo per un progetto culturale. «Purtroppo, anche a Varese, la cultura è sempre la cenerentola dei bilanci comunali – dice l’assessore alla Cultura Simone Longhini – per questo, per un progetto importante come il catalogo delle opere d’arte di proprietà della città, volevamo trovare un modo di fare foundraising che coinvolgesse davvero la cittadinanza, anche in modo più diffuso che non semplicemente chiedendo alle associazioni». L’idea ha un po’ il sapore dell’uovo di Colombo: un sito web, in questo caso www.buonacausa.org, fa da collettore delle offerte dei cittadini, anche non varesini, che vogliono contribuire al progetto. «L’obiettivo – spiega Longhini – è quello di raccogliere 20 mila euro, che vadano ad aggiungersi agli altri 20 mila elargiti da Regione
e Comune, per finanziare un volume che raccolga, in 450 pagine a colori, tutte le opere d’arte della città, da quelle del Morazzone fino alla Bambina con i fiori di Giacomo Balla». L’offerta è libera, e oltre i 500 euro si avrà l’onore di essere citati nel catalogo. Ma ne basteranno 25 per riceverne una copia gratis, insieme a uno o più ingressi ai musei cittadini, a seconda dell’entità della donazione. Il metodo di raccolta fondi via internet è già stato sperimentato con successo in città come Torino, e dal 2005 a oggi sono stati raccolti più di 13 milioni di euro con questo metodo. Longhini spera che anche i varesini vogliano impegnarsi per l’arte in città, fidandosi della piattaforma web. Ma, se non lo faranno loro, potranno farlo anche i 16 mila visitatori che hanno apprezzato le opere nei musei cittadini nel 2012. C. Fra.
s.bartolini
© riproduzione riservata