VARESE Acquisti in contanti non oltre i mille euro. E anche i ricchi piangono.
Oltre i mille euro, per italiani e cittadini comunitari, si paga obbligatoriamente con carta di credito o bonifico. Per gli extracomunitari, quindi anche gli svizzeri, il limite si alza a 15 mila, ma vanno dichiarati i dati dell’acquirente, e il negoziante ha 24 ore per fare il versamento con i documenti allegati.
«Una burocrazia assurda, che di fatto ci sta danneggiando – dice Marco Parravicini, titolare dell’omonima gioielleria varesina e fiduciario Uniascom – capisco che si debbano controllare i furbi, ma anche permettere di lavorare agli onesti».I varesini che hanno la possibilità di accedere ai negozi di alta gamma, racconta Parravicini, «piuttosto che venire “schedati” da noi, scelgono di pagare un po’ di più acquistando gli stessi prodotti in Svizzera».
Commenta Graziella Roncati Pomi (Confesercenti e nella giunta camerale): «Monti ha pensato questa norma per combattere l’evasione, ma avrebbe dovuto essere una norma a livello europeo: l’effetto immediato, in questi mesi, è stato semplicemente di invogliare i clienti ad andare a spendere all’estero. I varesini, poi, hanno la Svizzera talmente vicina, è un passo facile da fare. E i costi, anche quelli delle commissioni di carte di credito e bancomat, restano sulle spalle del commerciante».
Ma c’è anche chi è controtendenza, come avviene ad esempio a Hermes, in corso Matteotti. Il titolare, Nico Bonardi, è più che convinto: «se continua così, quest’anno chiuderemo con un considerevole segno più sul bilancio. Nonostante le apparenze, anche questo è un segno della crisi: chi ha i soldi non segue più la moda, ma cerca un bene rifugio. E una borsa Hermes può esserlo, perché è un classico che ci si passa di madre in figlia».
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m.lualdi
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