Varese tifa per il Signore delle frecette «Sii te stesso e non sbaglierai un colpo»

Ermes Galbasini, gommista dalla mira infallibile, si giocherà l’Europeo in Spagna: «Questo sport mi insegna il sacrificio. Amo il calcio: porterò con me la Curva Nord»

Quando incontriamolui è dietro un paio di bottiglie di Poretti 10 luppoli, seduto al tavolo di quella che chiama casa sua, il bar Cocktails and Dreams, a brindare con gli amici, con la sua gente. Già,perché da lì a poche ore partirà per la Spagna, a giocarsi l’Europeo di freccette. Ermes, fa parte della nazionale e in quella nazionale batte un cuore calcinatese, anzi varesino.«Per me è un onore indossare la maglia del mio Paese. Non vedevo l’ora di potermi giocare le mie chance in un’occasione così importante. Lì non si scherza. Ci sono campioni incredibili, ma io ho dentro una forza che gli altri non hanno: la forza della mia gente, la

forza dei colori che rappresento. La forza che solo chi ha il biancorosso che gli batte nel cuore può tirare fuori in certi momenti. Nei momenti decisivi. Lotterò come un guerriero, fino all’ultimo sangue, fino all’ultima freccetta, solo per portare il nome della mia città dove merita di stare». Ermes, nel suo sport, è un campione. Anche se non lo dà a vedere. Quest’anno è arrivato secondo nel campionato nazionale, e negli ultimi tre anni si è sempre qualificato primo nei gironi regionali e nazionali. Insomma, ha un pedigree di pura razza. Una mira da cecchino, e la rabbia, e la voglia, e la forza per competere ad alti livelli anche in Europa.

I suoi amici, che lo porteranno nella notte in aeroporto, lo sanno e lo caricano. Gli dicono scherzando: «Non presentarti a mani vuote quando torni, o qui non metti più piede». Oppure: «Da Calcinate a Santa Susanna (il paese vicino Barcellona, dove si terrà il torneo, ndr.), in questo viaggio sei tutti noi, facci arrivare in vetta all’Europa». Ma il commento più bello è quello di mamma Maria, passata dal bar a ricordare ad Ermes di farsi le valigie. Il suo consiglio vale oro: «Devi essere te stesso, e non sbaglierai un colpo».
Per lui, che nella vita reale fa il gommista, le freccette sono tutto: «Questa passione è nata per scherzo al bar… solo dopo si è trasformata in competizione, anche perché chi perdeva le partite doveva offrire da bere agli altri per scommessa: e non è che avessi voglia di pagare sempre io. Capite?», ci dice Ermes ridendo. Ora le cose sono cambiate. Ma la sostanza rimane la stessa, per lui: «Mi alleno sempre tanto, tutte le volte che posso, e cerco di dare il meglio. Questo sport mi ha permesso di conoscere tante persone, e soprattutto mi ha insegnato l’abnegazione al lavoro. Mi ha insegnato a essere costante nell’affrontare le sfide della vita, e poi mi ha dato un obiettivo: quello di migliorarmi volta dopo volta».Ora, mentre voi leggete questo articolo, lui starà giocando, portandosi dietro, stampata in testa l’altra sua passione: il Varese.

«L’altro giorno ero al Franco Ossola, in curva, a vedere il mio Varese. Contro il Tradate abbiamo giocato alla grande, e quella vittoria, quel 6-1, mi ha trasmesso una forza incredibile per affrontare la mia sfida. Sono stato felice di vedere Marrazzo e gli altri ragazzi festeggiare i gol sotto di noi: hanno onorato chi per quella maglia ha dato tutto da sempre. Il segreto del Varese è il suo tifo, fatto di gente che non molla mai, che canta, che lotta in Eccellenza nello stesso modo di come lo faceva in Serie B. Insomma, in Spagna, porterò con me il Varese, porterò con me quella sua stessa forza. Porterò con me la Curva Nord».
A Barcellona, Ermes, andrà per giocarsi il tutto per tutto. «Vorrei arrivare nelle prime cinque posizioni. Anche se il sogno è un’altro. Farò di tutto per fare centro». Perché infondo, nella vita, ci sono solo due cose che non tornano mai indietro: una freccia scagliata e un’occasione perduta.