Beppe Sannino, Maurizio Sarri, Zdeněk Zeman. Tre grandi maestri per un grande Varese, o perlomeno delle imponenti stelle polari per il nuovo allenatore Ciccio Baiano. Rapportiamo, innanzitutto, quella che può essere la qualità del calcio in Serie D con quella della Serie A e della B. In secondo luogo, andiamo a scoprire cosa può nascere dalla commistione di questi grandi allenatori nelle idee di Baiano per il Varese che verrà.
L’aggressività delle squadre di Sannino, uno dei primi spunti di Baiano: ossia disponibilità dei giocatori a correre, a sacrificarsi, a sputare sangue e ad essere allo stesso tempo duttili. Il rimando a Sannino non è per una questione di moduli, quanto più per un discorso di attitudine, di atteggiamento della squadra nel pressing e nella capacità di recupero veloce del pallone per ribaltare l’azione in poco tempo.
Nella testa di Baiano, infatti, c’è quel 4-3-3 che riporta molto a Sarri e Zeman. Il nuovo allenatore del Varese è stato allenato dal boemo ai tempi di Foggia e da Sarri alla Sangiovannese. Entrambi gli hanno trasmesso idee e concetti, che a grandi linee potremmo rivedere applicati sui biancorossi. In primo luogo,
una caratteristica che accomuna sia Zeman che Sarri è quella di imporre il gioco sull’avversario, cosa che, senza tema di smentita, è mancata al Varese di Ramella, risultati a parte. Una mancanza sottolineata anche da Francesco Viscomi in una recente intervista («Siamo il Varese e dobbiamo imporre il nostro gioco su qualsiasi avversaria»).
Zdenek Zeman ha sempre portato avanti un calcio fatto del coinvolgimento totale degli undici in campo nella manovra: dai terzini agli attaccanti, la pericolosità può giungere da qualsiasi zona del campo. Il 4-3-3 zemaniano è efficace quando riesce a sfruttare, in fase offensiva, l’ampiezza, la profondità e l’imprevedibilità, grazie a tre riferimenti costantemente presenti oltre la linea della palla. Un ruolo fondamentale in questo schema lo interpretano i terzini: un esempio calzante può essere Balzaretti, ex Varese, che nella Roma allenata dal boemo faceva contare una media di 25 sovrapposizioni a partita. Granzotto, Talarico, Bonanni e Luoni sono dunque avvisati: ci saranno tanti chilometri da macinare.
Chiaro che, e vale ripeterlo spesso, parliamo di categorie, interpreti ed allenatori profondamente diversi, però questa può essere un’impronta reale sul nuovo Varese. Perché anche seguendo le dichiarazioni del primo giorno, Baiano vuole guidare pian piano la squadra a giocare il tipo di calcio che intende lui, senza stravolgimenti iniziali, ma con un costante processo di metamorfosi che porti il Varese a proporre un gioco diverso. Un solo cruccio in tutto ciò: risponde al nome di Marco Giovio. Effettivamente il 10 del Varese è un giocatore difficilmente collocabile in un 4-3-3, perché schierarlo come esterno significherebbe snaturarlo (o comunque doverlo adattare) potendosi lui esprimere come trequartista, seconda punta o all’occorrenza come “falso nueve”, concetto però lontano dal Varese attuale (può infatti questa squadra fare a meno, oggi, di un centravanti come Scapini? No, non può).
Quindi l’opzione iniziale, magari già domenica, potrebbe essere quella di un 4-3-1-2, con un tridente atipico. Ripercorrendo quanto fatto da Melosi nella stagione scorsa, Lercara potrebbe agire alle spalle della coppia Scapini-Giovio. Una possibilità che esalterebbe la capacità dello stesso Lercara di giocare tra le linee e di suggerire in verticale per le due punte, o di dialogare nello stretto con Giovio, che non si troverebbe così a dover agire a cinquanta metri dalla porta.
Un’idea che ricorda molto quella attuata da Sarri ad Empoli, con Saponara dietro Maccarone e Tavano. Non per niente, Baiano ha inserito il tecnico del Napoli come “musa ispiratrice”.
Il Varese può anche permettersi di giocare con una forte tendenza offensiva, perché ha le spalle ben coperte dalla coppia centrale Ferri-Viscomi.
A questo punto serve coraggio, lo stesso dimostrato dalla società nella scelta dell’allenatore.
Lo si faccia anche in campo, perché le potenzialità ci sono: mister, sei pronto a osare?