Per spiegare la sua partita potrebbero bastare le cifre: 27 punti, 16 rimbalzi, 38 di valutazione. Però tutti questi numeri sono il frutto di una cattiveria ritrovata ed un atteggiamento che quasi mai gli avevamo visto, in ogni situazione di gioco. Se questo è il vero Brandon, l’assenza di Faye peserà meno.
Inizia malino, un po’ contratto e con qualche errore di troppo.
Poi carbura, scalda la mano e nel finale di partita è una sentenza, con due triple che chiudono ogni discorso. Un passo alla volta, sale di tono anche lui.
E’ tornato e solo Moretti sa quanto era mancato a questa squadra. Cecchino dall’arco nel momento decisivo, tre triple pesantissime e pubblico letteralmente ai suoi piedi.
Con la bacchetta nelle sue mani, Varese suona meglio della filarmonica di Vienna il giorno di Capodanno. Segna poco, come i playmaker di un tempo, e mette in ritmo tutti i compagni. Magistrale l’assist (dieci alla fine) a tutto campo per Kangur ad inizio ripresa. Ha visione di gioco e personalità, ci voleva uno così. Bellissimo l’abbraccio a fine partita con Raffaella Demattè, significa molto.
Si sbatte costantemente anche se non è decisivo sotto canestro come a Torino, infatti segna molto meno. Parte in quintetto al posto di Davies e fa il suo. Le cifre non sono da capogiro ma poco importa.
Maestoso. I suoi primi due quarti sono di qualità sopraffina, da esporre al museo, per punti fatti, per qualità messa in campo, per intelligenza, per tutto quanto questo giocatore è in grado di dare a Varese. Ed è tanto, più di quanto si potesse prevedere il giorno del suo acquisto. Manda in delirio Masnago.
Mette i piedi a posto e bum: alleluia, si è sbloccato da quella maledizione del tiro da tre che non aveva messo nemmeno una volta finora in campionato. Nel momento più difficile per Varese, guida la rimonta con un paio di zingarate tutto cuore.
La mira del lettone è più scarsa rispetto a Torino (3/8), anche perché quella prestazione è difficilmente replicabile, però Rihard fa centro nei momenti importanti e questo aiuta tantissimo Varese. Si esibisce anche in una penetrazione che non è propriamente nelle sue corde. Bene così.