Varese, truffe agli anziani: in otto a processo, appartengono a famiglie Sinti

Le parti offese sono 40, due delle quali si sono costituite parte civile. Le richieste di risarcimento superano i 150mila euro. Tutti gli imputati hanno chiesto di accedere al rito abbreviato (foto d'archivio)

VARESE – Si presentavano come tecnici o agenti della Polizia Locale, allarmando le vittime – per lo più anziani – con il pretesto di una presunta fuga di gas o dell’acqua contaminata. In realtà, erano truffatori seriali, ben organizzati e senza scrupoli. È il quadro emerso oggi, martedì 12 novembre, davanti al Gup del tribunale di Varese, dove otto imputati – di età compresa tra i 22 e i 47 anni – sono comparsi con l’accusa di truffa aggravata, furto e associazione a delinquere.

L’inchiesta, coordinata dal pm Marialina Contaldo e condotta dai carabinieri della compagnia di Luino, ha documentato almeno 30 colpi, tra tentati e riusciti, messi a segno in otto mesi nelle province di Varese, Como e Milano. Le truffe sono state compiute in numerosi comuni, tra cui Besozzo, Somma Lombardo, Busto Arsizio, Carnago e Legnano. Il bottino complessivo ammonterebbe a circa 500mila euro.

Gli otto imputati, tutti appartenenti a famiglie Sinti residenti in Piemonte e legati da vincoli di parentela, avrebbero agito come un vero e proprio “consorzio del raggiro”, con ruoli ben precisi: c’era chi procurava le auto e le targhe clonate, chi gestiva la comunicazione durante i colpi, chi forniva arnesi da scasso e chi, infine, si occupava dell’inganno diretto alla vittima.

Le parti offese sono 40, due delle quali si sono costituite parte civile. Le richieste di risarcimento superano i 150mila euro. Tutti gli imputati hanno chiesto di accedere al rito abbreviato.