Vede già i fari dello stadio Franco Ossola, l’ex patron della Pro Patria, Pietro Vavassori. Ha varcato da qualche giorno le porte di Varese e nelle ultime ore si starebbe avvicinando allo stadio. D’obbligo il condizionale anche se non pare vi siano altri percorsi alternativi da considerare per chi ha deciso di tornare nel calcio dopo il passaggio (tormentato) a Busto e la non compiuta esperienza di Reggio Emilia. Il desiderio era di tornare a far calcio in zona e due erano le strade: Como o Varese. Scartata la prima per una complessa situazione societaria, non rimaneva che la seconda, pur dovendo partire dalla serie D. A dire il vero non è mancato qualche invito anche da Busto, da parte di Patrizia Testa, ma Vavassori ha declinato visto che certa “intelleghenzia” gli ha già imputato gli errori futuri tigrotti oltre ovviamente a quelli presenti e passati.Nulla di ufficiale. Nulla di scritto. Ma è solida la volontà di entrambe le parti di ricominciare (Vavassori) e continuare (Galparoli) un cammino che riporti i colori biancorossi dov’erano solo fino a due stagioni orsono. Le parti si sono incontrate nei giorni scorsi dando un’accelerata al tutto. Da una parte chi ha la responsabilità di sensibilizzare le forze vive di Varese per il
Varese, dall’altra chi non si è mai tirato indietro economicamente, ricercando proprio una piazza che fosse concretamente vicina alla propria squadra di calcio portando la propria professionalità e competenza. Da quanto si può intuire il tutto potrebbe portare al “closing” entro la metà di maggio per iniziare la messa in opera del Varese 2016/2017.Raffaele Ferrara andrà a ricoprire un ruolo di primo piano nella gestione tecnica. E, se un personaggio del suo calibro disponendo di proposte in Lega Pro nonché di far parte con mansioni di livello nel settore giovanile dell’Inter ha deciso di intraprendere un’avventura in serie D, non è altro che la cartina di tornasole che spiega l’ambizione di costruire un Varese che dovrà scendere in campo per la promozione. Non facile e nemmeno pensabile che possa ripetersi la cavalcata solitaria dell’Eccellenza. La quarta serie è salita di livello dopo la riforma della Lega Pro unica: ci sono piazze che da anni tentano, ma faticano a fare il grande salto. Di questo ne è consapevole Ferrara che può comunque vantare un pedigree di spessore con i due campionati vinti alla Pro Patria e con una Reggiana che ha fallito lo scorso anno la finale playoff ai calci di rigore. E non era di certo tra le favorite.