Vendemmia 2025 nel Varesotto: tra sfide e qualità, cresce il valore dei vini locali

Territorio, sostenibilità e passione: nonostante un’annata complessa, le cantine varesine confermano la forza di un comparto in espansione

VARESE – Qualità, sostenibilità e territorialità restano le parole chiave della vendemmia 2025 nel Varesotto, che si avvia alla conclusione confermando i valori di punta degli imprenditori vitivinicoli locali. Con 14 produttori complessivi e 7 cantine associate a Viticoltori Varesini, la raccolta di quest’anno permetterà di produrre tra 70 e 80 mila bottiglie, un risultato significativo che testimonia la solidità e la crescita del comparto enologico in provincia.

Un’annata difficile ma di buona qualità

La vendemmia, ancora in corso per i rossi, ha interessato circa 30 ettari di vigneti distribuiti tra le colline varesine. Nonostante il clima irregolare e la presenza eccessiva della popillia japonica, insetto ormai diffuso in molte aree del Nord Italia, i produttori segnalano uve sane e di buona maturazione.
«Non è stata un’annata facile – racconta Fabio Cazzani dell’azienda agricola Il Ronchetto – ma la qualità complessiva delle uve è soddisfacente, anche se le gradazioni risultano mediamente più basse».
Una conferma arriva anche da Rinaldo Ballerio dell’azienda Cassiciacum: «Abbiamo registrato rese inferiori del 30% rispetto alla media, in parte per la riconversione dei vigneti da Guyot a Cordone Speronato, scelta mirata a migliorare la qualità, e in parte per le piogge del periodo di fioritura. Tuttavia, la vinificazione procede con ottime prospettive».

Un territorio che investe nel futuro La viticoltura in provincia di Varese affonda le radici in una tradizione secolare, oggi rinnovata da un crescente entusiasmo imprenditoriale. I vigneti locali producono principalmente Merlot e Nebbiolo tra i rossi e Chardonnay tra i bianchi, varietà che rappresentano la spina dorsale del panorama enologico varesino.«Negli ultimi

anni sono nate nuove realtà che portano entusiasmo e innovazione – spiega Giacomo Brusa, presidente di Confagricoltura Varese – segno che il territorio crede nel potenziale di questo settore».Tra le nuove scommesse, anche Terradesa, progetto vinicolo di Cassano Magnago presentato a giugno, che proprio quest’autunno vedrà la produzione delle sue prime 60 bottiglie.

Collaborazione e sostenibilità per crescere insieme

Nonostante le difficoltà climatiche e produttive, il comparto guarda avanti con fiducia. «Coltivare la vite a Varese non è semplice – continua Brusa – ma i terreni sono adatti e le prospettive incoraggianti. Guardando al modello del vicino Canton Ticino, possiamo immaginare un futuro di grande crescita».
Per consolidare questo percorso, Confagricoltura punta a rafforzare la collaborazione tra imprese: «Creare un sistema integrato – sottolinea Brusa – permetterebbe di condividere esperienze, risorse e macchinari, riducendo i costi e migliorando l’efficienza».
Un obiettivo che potrebbe trovare una regia comune in Vini Varesini, realtà che da anni promuove il vino del territorio come ambasciatore del paesaggio, della cultura e della sostenibilità.