«Vengo in D con il Legnano. E poi, chissà, torno a casa»

“Avversario” - Gaetano Paolillo, patron del Legnano e grande ex

– Alla fine, tutti rendono onore al Varese, compresi gli avversari, che poi chiamarli avversari non è nemmeno del tutto giusto. Domenica sera Gaetano Paolillo, patron del Legnano ma vecchio cuore biancorosso, è andato a complimentarsi con il Varese alla Tana d’Orso di Mustonate, mentre squadra e società erano a tavola a festeggiare la promozione in Serie D.

Un gesto spontaneo, che ha fatto piacere a tutti: «Ho chiamato Enzo Rosa per fare i complimenti a tutti – spiega Paolillo – e quando ho scoperto che erano a cena a cinquanta metri da casa mia, ho deciso di unirmi a loro per un caffè. Mi sembrava giusto a quel punto passare a salutare e a fare i complimenti di persona». C’è stato anche un simpatico siparietto con la squadra: guidati da Gheller, i ragazzi hanno intonato un coro per scherzare un po’ con Paolillo («volevano vincere, volevano vincere…»), che ha preso di buon grado lo scherzo: «Sì, mi hanno fatto un coro simpatico. Ma molti giocatori li conosco, sono stati miei giocatori. È stato un momento scherzoso, e ci sta tutto. Però a loro ho risposto che ci vedremo l’anno prossimo, il mio obiettivo è quello di portare il Legnano in Serie D già quest’anno. Ci arriveremo anche noi, passando per il playoff».
Smaltite dunque le vecchie ruggini che avevano accompagnato il campionato: «Sì, loro hanno sicuramente meritato ma quando si era alzata quella polemica io non ce l’avevo certo con il Varese, bensì con il comitato e con le altre società. Non era colpa dei biancorossi». Anche perché, e ad ammetterlo è lo stesso Paolillo, il cammino del Varese è stato netto, limpido: «Nessuno ha mai messo in dubbio che loro abbiano meritato, ha parlato il campo e credo non ci siano questioni. Sono stati bravi a ripartire da zero, bisogna dar loro i meriti. Però ogni tanto un po’ di rivalità ci può stare, concedetemela».

Candidamente, Paolillo rivela che un Varese così forte non se lo sarebbe mai aspettato: «Non pensavo che il Varese potesse vincere praticamente tutte le partite come ha fatto. Però ha dei giocatori di Serie B, quindi penso che faranno benissimo anche l’anno prossimo, senza fare grossi cambiamenti. Però l’anno prossimo ci saranno partite più complesse: ci sono squadre come il Lecco o il Seregno che provano a salire da anni e non ci riescono, non sarà una passeggiata».
Domenica il Varese ha indossato una maglia storica, che Paolillo conosce bene: «Io a casa ho ancora la versione originale di quella maglia targata Tigros. Perché ero il capitano di quella squadra e con quella maglia ho vinto un campionato. Rivederla indossata dai giocatori mi ha riportato indietro nel tempo. Così come vedere Paolo Orrigoni e Claudio Milanese a bordo campo assieme, perché Claudio per me è un amico, mentre Paolo era ancora un bambino quando frequentavo casa sua. Li ho rivisti con piacere».
Paolillo non chiude nemmeno le porte ad un suo ritorno a Varese, prima o poi: «Io adesso sono a Legnano e concentro i miei sforzi per portare i lilla in Serie D, come avevo promesso. Dopodiché avrò esaurito il mio compito qui, e nel calcio come nella vita tutto può succedere, non si sa mai».