Vent’anni di paracadutati Da Mr Berruti a Cossiga

VARESE Paracadutati del centrodestra, quanto è ospitale la provincia di Varese per staccare un biglietto di sola andata per il Parlamento. Niente di nuovo nella debacle delle liste bloccate di Camera e Senato, per Varese è un film già visto, e digerito.In principio fu Paolo Vigevano, genovese, inventore di Radio Radicale, paracadutato nel collegio di Saronno in rappresentanza della Lista Pannella-Riformatori, che era alleata del Polo della Libertà (Forza Italia-Lega Nord). Unico non leghista candidato in provincia di Varese, fu eletto anche lui con un plebiscito, 61,1%.Nel 1996, rotta l’alleanza tra Bossi e Berlusconi, quest’ultimo pensò bene di paracadutare una serie di fedelissimi in quei collegi della provincia di Varese considerati sicuri: il suo manager Massimo Maria Berruti, originario di Lagonegro, piazzato a Luino, ebbe fortuna, vincendo in carrozza con il 36,9%, mentre il poi fondatore del giornale online «Il Predellino», Giorgio Stracquadanio, catapultato nel collegio di Gallarate, fu bloccato per pochi decimi di punto dalla leghista Giovanna Bianchi Clerici. A Saronno arriva un altro paracadutato: il leghista dissidente Luigi Negri, alleato del Polo con la sua Lega Federalista, riesce a passare con il 34,9%. Sempre in questa tornata si verifica il primo caso di paracadutismo interno alla provincia: il varesino Antonio Tomassini, per lasciare spazio al luinese Piero Pellicini nel collegio di Varese, viene candidato ed eletto (battendo l’indigeno Francesco Speroni) al Senato a Busto Arsizio.Nel 2001, con il ritorno della Lega nel centrodestra, il sistema non cambia. A Luino, collegio sicurissimo, stavolta viene paracadutato Giuseppe Cossiga, figlio del Presidente emerito della Repubblica, che ha gioco facile contro il sindaco di

Laveno Ercole Ielmini. A pagare lo scotto sono ancora una volta i collegi di Busto Arsizio: al Senato viene riconfermato Tomassini, che però si ferma al 46,6%, mentre alla Camera piove dall’alto, in ossequio all’accordo con il Cdu, Luca Volonté di Rovello Porro. In compenso, Graziano Maffioli del Ccd da Casale Litta viene catapultato nel collegio del Senato di Cantù. Entrambi eletti. Per i varesini del sud c’è poco spazio, anche perché nella quota proporzionale della Camera c’è da fare spazio per altri paracadutati illustri: l’onnipresente Massimo Maria Berruti e l’ex anchorman del Tg1 Alberto Michelini, romano.Nel 2006 arriva il Porcellum, ma le cattive abitudini resistono: nella circoscrizione Lombardia 2 alla Camera piovono ancora una volta Berruti (ormai è adottivo, anche se nessuno dalle nostre parti si ricorda che faccia abbia) e la new entry Laura Ravetto, da Cuneo, nella lista di Forza Italia, l’economista romano Pietro Armani in quella di An, il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa da Arcinazzo Romano e il metalmeccanico siculo-torinese Salvatore Buglio nella Rosa del Pugno. Al Senato invece in Forza Italia trovano un seggio sicuro l’irpino Gianfranco Rotondi e il napoletano Nitto Palma.Nel 2008 è sempre il Pdl a distribuire generosamente seggi in Lombardia: alla Camera il milanese Antonio Palmieri viene ospitato nella circoscrizione 2, quella di Varese, insieme agli habituè Ravetto e Berruti e all’editore romano di Libero Antonio Angelucci, mentre il nostro Marco Airaghi rimane fuori, guarda un po’, per appena tre posizioni. Al Senato altri fedelissimi che verranno premiati anche in questa tornata, il napoletano Giacomo Caliendo e il laziale Alfredo Messina.Andrea Aliverti

s.bartolini

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