«Vi chiedo perdono per mio figlio»

Parla Giuseppe Lorena, padre del giovane in carcere per il duplice omicidio di Venegono Inferiore

– «Mio figlio ha sbagliato ed è giusto che paghi, ma non lo abbandoniamo perché resta sempre mio figlio». Parola di papà., papà di, il ragazzo di 28 anni accusato del duplice omicidio di
e
, ha raccontato per la prima volta le sue sensazioni dopo aver incontrato il figlio in carcere. L’omicidio dei due coniugi Ferro, amici di vecchia data, è ovviamente una ferita aperta anche per Giuseppe Lorena. Si conoscevano da tanti anni: aver saputo che il figlio è il loro killer è un fatto difficile da sostenere, una realtà dura da sopportare.

Ma papà Lorena è uomo perbene, fiero e onesto a tal punto da condannare senza mezzi termini il figlio per quello di cui si è reso responsabile. «Non pensavo di potermi ritrovare in una vicenda del genere – dice – di solito si vedono in televisione, ma poi quando succedono a te, diventa difficile. Sono addolorato per quello che è successo e sono dispiaciuto per tutte le famiglie che hanno dovuto affrontare il dolore per questa storia.

Mio figlio ora è in carcere, è vivo, ma purtroppo delle persone non ci sono più e questo mi dispiace tantissimo, anche perché le conoscevo da anni. Erano bravissime persone, non meritavano tutto questo».
Per anni hanno vissuto rapporti di ottimo vicinato: si sono apprezzati reciprocamente. Giuseppe ha voluto prendere parte a tutti i costi al funerale dei suoi vicini: «Ci tenevo tanto – racconta Lorena – ho chiesto al prete di farsi da tramite con il figlio di Martino, , per capire se la mia presenza era indesiderata. Non lo conoscevo ma per come si è comportato devo dire che anche il figlio è davvero una bravissima persona. Ho saputo che per lui non c’era problema e sono andato al funerale».

Lorena non ha nulla di che vergognarsi, ma si è sentito in dovere di chiedere perdono a tutti: «Mi dispiace tantissimo – dice commosso – non so spiegarmi cosa sia scattato. Mio figlio è sempre stato un bravo ragazzo, non ha mai fatto del male a nessuno, anzi quando c’è stato bisogno si è sempre fatto in quattro per gli altri». In effetti anche i vicini di casa hanno sempre confermato questa versione di Alessandro Lorena: «Prima che lo portassero via – dice – ho avuto modo di parlargli per un paio di minuti ma non ha detto nulla. Sono andato a trovarlo in carcere, sembrava tranquillo, ma è probabile che si tratti di una tranquillità di facciata per non farci preoccupare. Sapevamo che aveva qualche difficoltà economica, ma non ha mai chiesto nulla a nessuno, si è sempre tenuto tutto dentro. Adesso si è rovinato la vita, ma noi non lo abbandoniamo perchè resta nostro figlio».
Un discorso di buon senso, fatto da un uomo che in paese si è guadagnato rispetto conducendo una vita semplice, ma che in un attimo è stato catapultato in una realtà inimmaginabile. E terribile.