Via Crucis sulla via dello spaccio, a Castelveccana l’iniziativa di Don Luca per riprendersi i boschi

Via Crucis organizzata sulla strada che da Nasca conduce a Sant'Antonio, sull'esempio dei personaggi del Vangelo che non contemplano connivenza o indifferenza.

CASTELVECCANA – “L’indifferenza fa la differenza”, questo il nome dato alla Via Crucis pasquale che si svolgerà a Castelveccana venerdì 7 aprile, alle 20.45, e che ha lo scopo di “far svegliare le coscienze nei nostri territori”. Così Don Luca Ciotti, parroco di Castelveccana, Brezzo, Germignaga e Porto Valtravaglia, spiega l’iniziativa di portare la via crucis nei boschi dello spaccio, dove solo poche settimane fa uno spacciatore è stato ucciso. “Confrontandomi con un po’ di persone mi è venuto in mente di dedicare questo Venerdì Santo al tema del degrado della vita in cui tanti ragazzi e tante famiglie sono sprofondate, a causa della droga. Ecco l’idea: questo Venerdì Santo seguiamo la via della Croce calpestando la via dello spaccio” .

La partenza è alle ore 20.45 alla frazione di Nasca, si camminerà lungo la strada che porta a Sant’Antonio, strada che quotidianamente è percorsa da decine di persone che passano alla ricerca di dosi e di sballo.

“Siamo preoccupati per i nostri ragazzi e per le famiglie in questa situazione. Il rischio dell’indifferenza è di essere conniventi, e noi non vogliamo. Ci confronteremo con i personaggi del Vangelo che ci daranno preziosi insegnamenti attuali e reali su questi argomenti”. Come Don Luca evidenzia, ma come hanno dimostrato anche le numerose indagini ed operazioni dei Carabinieri in questi anni, ci sono clienti che vengono apposta dalla Svizzera per comprare, ci sono gli spacciatori nordafricani che si nascondono nei boschi per il loro commercio di morte, ma ci sono anche tantissime persone dei nostri territori che sono clienti o collaboratori della rete di spaccio.

“Questo la dice lunga sul degrado presente anche nei nostri territori. Facciamo questa processione per le famiglie, per i giovani, ma anche per i nostri boschi, per avere spazi dove la comunità può ritrovarsi e vivere in modo tranquillo, da un po’ di tempo non è più possibile fare questo come un tempo. Riprendiamoci i nostri boschi.” conclude Don Luca.