«Via Rossini? Chiusa è un mortorio»

Centro - Vittorio De Lorenzi fino ad aprile ha avuto il suo New Digital Photo Center nell’area pedonale. Poi è fuggito

– «Ho abbandonato definitivamente via Rossini. Ora, in via Mazzini, sono ringiovanito. Qui la gente passa, ritornano i miei clienti affezionati, vedo un po’ di movimento. È un’altra vita». A parlare è , il fotografo che fino all’11 aprile era titolare del negozio New Digital Photo Center di via Rossini e che adesso sta affiancando che ha appena aperto Photoephone in via Mazzini 6. «Le mie

previsioni si sono avverate – dice De Lorenzi – Con l’istituzione della zona pedonale, il lavoro è calato fino al 90 per cento. Alla fine non facevo più di 3 o 4 scontrini al giorno». E ancora: «È stato un errore chiudere il comparto alle auto senza prima pensare ad aprire un parcheggio nelle vicinanze. Quella zona lì sarà sempre peggio e andrà a morire».

Va sottolineato che, da che è stata istituita la zona pedonale ad oggi, alcuni negozianti all’inizio sfavorevoli alla pedonalizzazione hanno cambiato idea e ora si dicono soddisfatti.
«È vero che qualcuno ha cambiato idea – ribadisce De Lorenzi – Ma da che piazza Giovine Italia, via Rossini e via Donizetti sono diventate pedonali, hanno chiuso parecchi negozi che si trovavano anche in via Griffi e in via San Martino. In più sono aumentati i furti e gli atti vandalici in tutto il comparto».
Il negoziante non risparmia critiche neppure alle bancarelle: «Sono davvero poche quelle che partecipano al mercatino agricolo del giovedì: da venti sono passate a quattro. In compenso, ho avuto “una tendopoli” fissa davanti alla vetrina del negozio negli ultimi periodi. Come si fa a penalizzare i negozianti mettendogli davanti i soliti mercatini di hobbisti, che propongono sempre i soliti oggetti? Meglio un mercatino ogni tanto, ma di qualità. Reputo molto positiva l’idea di istituire un mercato coperto, con attività di pregio, nell’ex caserma Garibaldi».
Il fotografo ha notato anche che Corso Matteotti è un po’ spento: «Durante la settimana è un deserto, non c’è nessuno».
Il problema è stato sottolineato anche da altri negozianti che chiedono maggiore promozione del territorio per richiamare in centro Varese persone da fuori, più parcheggi possibilmente gratuiti in pausa pranzo e alla sera, viabilità più scorrevole.

Rimangono, a testimonianza della lotta di De Lorenzi contro la pedonalizzazione di piazza Giovine Italia, le vetrine del negozio di via Rossini che da qualche anno sono diventate una bacheca in cui il fotografo appende cartelli di protesta, denunciando per esempio il calo di lavoro nel comparto.
«Adesso sto preparando un nuovo cartello che metterò sempre sulle vetrine del negozio di via Rossini per dire che le mie previsioni purtroppo si sono avverate – conclude De Lorenzi – Avrei già dovuto farlo, ma sono stato impegnato. Sicuramente lo posizionerà entro questa settimana».
Qualche anticipazione del messaggio? «Sarà un cartello politico in cui darò voce alla preoccupazione che hanno un po’ tutti i negozianti, ovvero che non si faccia nulla di concreto per sostenere il commercio. Scriverò anche di diffidare di chi annuncia cose impossibili, che sono solo sogni».