VIGGIU’ Resta colpevole, ma gli anni passano da 14 a 10. E i risarcimenti a favore dei parenti vengono più che dimezzati: così il dispositivo della sentenza d’appello contro Claudio Baldan, colpevole dell’omicidio di Paolo Grilli, ucciso con due coltellate il 3 aprile del 2009 sulla scala che dà accesso all’abitazione di entrambi, in via della Croce. Le differenze, rispetto al processo con rito abbreviato celebratosi a Varese il 17 giugno dello scorso anno di fronte al giudice Giuseppe Fazio, vanno ben oltre le cifre del dispositivo: cambia in toto l’impostazione. Perché se non vi è nessun dubbio che sia stato Claudio Baldan a sferrare quei colpi mortali (l’imputato è reo confesso), la corte d’Appello gli ha riconosciuto la seminfermità mentale (cicostanza esclusa in primo grado), ha negato inoltre che vi sia stata premeditazione (al contrario di quanto indicato dal giudice Fazio), e ha riconosciuto infine l’attenuante della provocazione.Una vittoria per la difesa dell’avvocato Corrado Viazzo, che proprio su questa impostazione aveva basato il processo di primo grado e poi l’appello celebratosi ieri. Non solo: in primo grado Baldan era stato condannato a pagare, a titolo di provvisionale, le parti civili: 100mila euro la figlio convivente della vittima, 50mila alla
figlia, 20mila alla moglie, e a ciascuna delle tre sorelle. Ebbene, la Corte milanese ha escluso moglie e sorelle da qualsiasi beneficio, ed ha dimezzato i soldi a favore dei due figli. La richiesta complessiva assommava a un milione e 900 mila euro. «Uno sputo in faccia alle parti civili» ha commentato amaro il loro legale, l’avvocato Stefano Bruno. La partita si è giocata tutta sulle condizioni psicofisiche dell’imputato che già la perizia disposta a Varese ha riconosciuto semifermo di mente. Così le conclusioni della dottoressa Emma Luciani, delle quali però il giudice di primo grado non ha tenuto conto. Baldan e Grilli si conoscevano bene, e pure da parecchio tempo. Erano stati anche amici: di più, grandi amici. Poi qualcosa si è rotto, e per anni tra i due sono volate parole grosse, minacce, denunce. Una situazione che alla lunga ha esasperato Baldan, dileggiato dall’altro che, di fatto separato dalla moglie, addirittura era arrivato al punto di insidiare la donna dell’ex amico.È in questo contesto che è maturato l’omicidio, che Baldan peraltro ha ampiamente confessato, costituendosi personalmente ai carabinieri del paese, consegnando loro anche il coltello a serramanico con il quale ha colpito il suo avversario.Franco Tonghini
e.marletta
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