Vigna e Candiani della Lega contro la direttiva UE per le Case Green

La ricaduta del provvedimento avrebbe effetti drammatici, perché andrebbe ristrutturato ben il 74% del patrimonio immobiliare, stando ai deputati leghisti Alessandro Giglio Vigna e Stefano Candiani, presidente e capogruppo commissione Ue (nell'immagine di repertorio il deputato Candiani con il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana)

Sarebbe un altra empasse per il sistema edilizio, dopo il blocco dei crediti fiscali irrecuperabili e il bonus 110% che ha trovato lo stop anche quella dell’applicazione della direttiva europea per le Case Green. A diramare una nota i due deputati leghisti, Alessandro Giglio Vigna e Stefano Candiani, rispettivamente attuale presidente e capogruppo commissione UE. Eccola qui di seguito.

La nota dei deputati Alessandro Giglio Vigna e Stefano Candiani

L’audizione di Abi in commissione politiche dell’Ue confermano la tesi della Lega e del governo sulla direttiva Case green. Infatti in Italia, per raggiungere l’obiettivo intermedio della classe energetica D nel comparto residenziale, andrebbe ristrutturato il 74% del patrimonio immobiliare, circa 8,8 milioni di edifici.

È evidente che pochi proprietari di casa avrebbero nel breve le disponibilità finanziarie e ancora meno sarebbero in grado di contrarre mutui. Ancor peggio per le finanze se si applicasse la normativa, perché ne deriverebbe un deprezzamento del valore degli immobili non efficientati, con una conseguente crisi del credito. Chi chiede un mutuo in banca mette normalmente come garanzia a favore della banca stessa la propria abitazione: quindi, per far fronte al deprezzamento degli immobili, proprio per le regole sul credito imposte da Bruxelles, la banca sarebbe costretta a rientrare sul credito dato. Non vogliamo credere che l’Europa con questa direttiva, a base totalmente ideologica, sia in malafede. Ma è assurdo che non abbia pensato agli effetti finanziari drammatici di questa norma.