Villa Bossi, lavori in due tranche E un casale per Roberto Libertà

VARESE (m. tav.) La ristrutturazione c’è stata. E completa di tutto il villino che ospita casa Bossi. Ma risale al 1990. I lavori «incriminati», invece, sono stati effettuati nel 2007, e consistevano in un ampliamento della casa di Gemonio, relativamente al piano seminterrato. Finalmente arriva un po’ di luce sulla vicenda della ristrutturazione all’abitazione della famiglia Bossi, nel paesino di Gemonio. Dopo tante indiscrezioni, ci rechiamo a chiedere chiarimenti in Municipio. E attraverso una richiesta di accesso ai dati,

l’ufficio tecnico del Comune tira fuori tutte le carte e «svela» il mistero. Che poi appare meno gigante di quello che all’inizio sembrava prospettarsi. L’unica ristrutturazione completa dell’edificio risale ad oltre vent’anni fa, e sulle carte che ci mostrano è datata 1990. Umberto Bossi e Manuela Marrone avevano da poco acquistato l’edificio, costruito verso la fine degli anni Trenta, dove servivano diversi lavori di manutenzione.

Da allora, per quasi due decenni, non figura nessun atto e nessuna richiesta. Fino al 2007, quando la famiglia ha avviato la procedura amministrativa per ampliare il piano seminterrato, ricavando un nuovo locale di 41 metri quadri. La villetta sorge lungo una discesa: il piano che è seminterrato dal lato alto, si apre in una sorta di terrazza sul davanti. Dopo la malattia, Umberto Bossi non poteva più essere costretto a dover salire le scale, quindi aveva bisogno di locali abitabili ai piani inferiori. Il villino si sviluppa su tre piani, con una scala centrale, e le camere sono ai piani superiori. «Ed è più piccola di quello che può apparire da fuori» ci spiegano in Comune. Un ampliamento di questo tipo potrebbe costare sui cinquantamila euro, ma è una cifra ipotizzata. Scendendo lungo la via che porta dalla casa del Senatùr alla strada provinciale, si trovano edifici più moderni. Tra cui la nuova palazzina rossa dove avrebbe affittato casa Rosi Mauro.

Un altro mistero legato alla famiglia Bossi è quello della cascina agricola che sarebbe stata acquistata per il figlio Roberto Libertà, nel vicino comune di Brenta. La struttura, che ha bisogno di ristrutturazione, si trova dopo il cimitero, in via Besaccio. Sull’effettiva proprietà del terreno e del cascinale non c’è la certezza, ma all’interno del partito assicurano che la famiglia lo avrebbe acquistato per dare la possibilità al secondogenito di Umberto e Manuela di portare avanti la sua passione per l’agraria, facoltà alla quale sarebbe iscritto.

e.marletta

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