Ville abbandonate piene di tesori come supermarket per i predatori di opere d’arte. I recenti furti ai danni di due di queste abitazioni hanno portato a galla il fenomeno: è il Varesotto si scopre come Roma per i tombaroli. Gli ultimi due furti valgono in tutto quattro milioni di euro. Quasi otto miliardi di vecchie lire tra quadri, mobili d’epoca, antichi lampadari, argenteria e un caso persino tre uova Fabergé il gioielliere degli zar di Russia.
La polizia di Stato sta lavorando per recuperare le opere rubate. In tre uomini accusati del colpo sono stati denunciati per ricettazione. Sono varesini con precedenti, tutti con un background da antiquari alle spalle. Si sospetta che siano anche gli autori dei colpi nelle ville di Viggiù e Casciago.
Il fenomeno, però, è più ampio. Il nord della provincia, per la vicinanza con la Svizzera, la presenza del lago e i suoi meravigliosi paesaggi, sino ai primi del Novecento è stato scelto da ricchi commercianti, e ancora da più da importanti esponenti della nobiltà, quale location per la realizzazione delle cosiddette ville di delizia. Magioni meravigliose, riempite di tesori. E sono almeno 15 le ville rimaste oggi completamente abbandonate. Mantenerle è diventato impossibile. Tagliate le utenze, niente acqua o luce, le abitazioni restano in balia dei ladri.
I proprietari, in parecchie occasioni, hanno svenduto parte dei tesori d’arte raccolti in secoli di fasti familiari per mantenere le dimore e mantenere loro stessi. Ma altrove. I ladri d’arte, soprattutto quelli che vivono sul territorio, hanno scoperto questi cumuli incustoditi di tesori. E hanno iniziato a depredarli. Con calma.
Sino a qualche anno fa entravano e prendevano i pezzi di pregio; non parliamo di comuni ladri, parliamo di persone che hanno la cultura sufficiente per quotare un’opera e distinguere un capolavoro da un oggetto che non ha valore. E sempre sino a qualche anno fa queste persone si proponevano agli antiquari. «È capitato che qualcuno ci proponesse qualche mobile – spiegano tre antiquari varesini – Ma noi abbiamo segnalato il fatto alle autorità. Per un antiquario la garanzia ai clienti che ogni oggetto venduto per migliaia di euro abbia provenienza legittima è fondamentale. In caso contrario chiudi».
Oggi i ladri lavorano su commissione e evitano di avere intermediari. Sempre le forze dell’ordine hanno accertato che i malviventi si introducono nelle ville, fotografano i pezzi, creano dei cataloghi cartacei e digitali. Quindi contattato un giro di privati: italiani ed esteri. Non a caso uno dei tre denunciati a Casciago è stato bloccato a Roma con un catalogo digitale nascosto addosso.
Una volta venduta l’opera a catalogo, o meglio svenduta rispetto al reale valore, il ladro entra nella villa, preleva il pezzo e se ne va. Nel parco della villa di Casciago la polizia di Stato ha trovato un deposito degli oggetti rubati in casa. Oggetti probabilmente già piazzati che attendevano di essere consegnati. Mentre le tre preziose uova Fabergé pare siano state murate da qualche parte. Anche loro probabilmente già vendute.
© riproduzione riservata