«Vincere la Vuelta è un imperativo»

Stefano Zanini, ex professionista, direttore sportivo dell’Astana di Nibali, in ammiraglia in Spagna dal 22 agosto

L’Astana ha deciso di fare un all-in sulla Vuelta. Tutte le carte sul tavolo, tutti i pezzi grossi sul campo, un solo obiettivo: vincere. Nibali, Aru e Landa, tutti assieme, nessuno escluso. Al diavolo le gerarchie, gli ordini di scuderia, le faide interne, se mai ci sono state (probabilmente sì).
L’Astana vuole vincere la Vuelta e il 22 agosto presenterà ai nastri di partenza di Marbella un terzetto da paura. Forse mai nella storia si è vista una squadra con tre seri candidati alla vittoria finale. Di certo, un risultato diverso dalla vittoria non è contemplato in casa kazaka.

Non saranno da soli, perché Froome e Quintana, primo e secondo al Tour, hanno confermato la loro partecipazione. E allora, per il secondo anno di fila, sarà una Vuelta di altissimo livello, pur senza Alberto Contador. In ogni caso, l’Astana sarà la squadra da battere. Ed è proprio uno dei direttori sportivi dell’Astana, Stefano Zanini (nella foto con Nibali), ad introdurci nel caos organizzato – ci perdoni Fascetti – del suo team. Zazà sarà in Spagna, in ammiraglia.

Non possiamo né vogliamo nasconderci. Andremo là per vincere con una squadra veramente forte, che non si esaurisce con le tre punte Nibali, Aru e Landa. Ci sarà il neo campione europeo Luis Leon Sanchez, ci saranno Tiralongo, Cataldo, Rosa. Sarà una squadra altamente competitiva, proprio perché vogliamo vincere.

È evidente che il Tour non sia andato come ci auguravamo. Siamo partiti per vincerlo, le aspettative erano alte. La sfortuna, in primis, e gli avversari che sono andati più forte e non ce l’hanno permesso. La prima settimana ha fatto la differenza più del previsto. Adesso testa alla Vuelta, però: l’obiettivo è quello.

È un problema che può esserci, lo sappiamo. Però non crediamo e soprattutto non speriamo che ciò accada. Sta a noi direttori sportivi gestire le cose nel modo più giusto. Sarà la strada a decidere le eventuali gerarchie. Detto ciò, sono tre corridori fortissimi: ma credo che Nibali ed Aru partano un gradino sopra Landa, perché sono già abituati a correre con la pressione di dover vincere, Landa no. È un fattore che fa tanta differenza, anche se non sembra. Adesso tutta la squadra è in ritiro al Sestriere, ed è una tappa fondamentale affinché si possa trovare la giusta sintonia.