Quando trascinava i Roosters alla conquista della Stella, il 17enne faceva festa con i tifosi sulle gradinate di Masnago. Sono passati quindici anni. Oggi il Poz è il coach della Pallacanestro Varese, Clerici è l’assessore all’Ambiente a Palazzo Estense. Assessore e tifoso, perché quella passione giovanile per i colori biancorossi brucia ancora nel petto.
«Fa un bell’effetto rivedere Gianmarco, mio idolo di quand’ero ragazzino, sulla panchina di Varese – dice Clerici – Di sicuro, con uno come lui in panchina, a questa squadra non mancheranno carica ed entusiasmo. Ma al di là dell’aspetto emotivo, a Capo d’Orlando il Poz ha dimostrato di essere un allenatore competente e preparato, non solo un motivatore. Sono molto curioso di vedere questa squadra nelle partite che contano, ma il fatto che Gianmarco si sia fatto in qualche modo garante di questo progetto, beh, è un bel biglietto da visita».
Quel che è certo – ma non c’erano dubbi al riguardo – è che il ritorno a casa di Pozzecco ha riacceso gli entusiasmi: «Quasi tremila abbonati la dicono lunga. È vero che il tifo per una squadra dovrebbe prescindere da tutto e basarsi solo sull’amore per i colori e per la città, ma sono convinto che senza Pozzecco avremmo avuto molti meno abbonati. Brava è
stata la società a scegliere un coach allo stesso tempo, giovane, amato e capace. Certo, il fatto che così tanti tifosi abbiano voluto investire su questa squadra a scatola chiusa, investe il Poz di una bella responsabilità. Intanto godiamoci il fatto che partiremo da tremila persone al palazzetto in tutte le partite: già questo non è un vantaggio da poco, potrebbe anzi essere l’uomo in più».
Sulla squadra Clerici non si sbilancia: «Aspetto con curiosità di vederla giocare al completo. I ritorni di Kangur e Diawara sono due garanzie; poi ci sono alcuni punti di domanda che spero si trasformino in punti esclamativi. Difficile dire dove possa arrivare questa squadra. Da tifoso, mi auguro almeno di vincere un paio di derby: uno con Cantù e uno con Milano». Nessuna preoccupazione per le sconfitte in precampionato: «Le amichevoli servono per far amalgamare la squadra, le partite che contano devono ancora arrivare».
Clerici è anche un grande tifoso del Varese: «Quest’anno mi piace moltissimo. È una squadra giovane, con una forte impronta varesina, con un tecnico umile e capace, che conosce l’ambiente come pochi. Questo Varese può regalarci delle soddisfazioni. L’importante è proseguire su questa linea, anche a livello societario: il presidente Laurenza, appena insediatosi, si è fatto trascinare dall’entusiasmo e si è subito scontrato con la dura realtà. Ora però ha intrapreso la strada giusta: quella che punta sui nostri ragazzi. Il settore giovanile del Varese è un patrimonio inestimabile e alcuni prodotti del vivaio hanno già avuto modo di farsi apprezzare, anche a livello economico. In tempi come questi, valorizzare i nostri giovani è decisivo. Perciò continuiamo così: i tifosi devono avere pazienza, soprattutto nei momenti difficili che inevitabilmente arriveranno. Cominciamo a guardare le cose a medio-lungo termine. Se crediamo nel nostro grande settore giovanile, i risultati arriveranno».
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