Vinitaly, Lombardia: assessore Maione firma campagna Coldiretti “No fake in Italy”

Colombo (Coldiretti Varese): ““Obiettivo è arrivare al milione di firme per chiedere all’Europa che l’etichetta con l’indicazione di origine della materia prima sia estesa a tutti i prodotti alimentari e a tutti i 27 Paesi della Ue”

L’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Giorgio Maione, sottoscrive la raccolta firme “No fake in Italy” lanciata da Coldiretti per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. Lo rimarca Coldiretti Varese nel sottolineare che l’assessore ha aderito alla campagna mettendo la propria firma durante la visita di Casa Coldiretti al Vinitaly di Verona.

“Obiettivo dell’iniziativa – precisa Coldiretti Varese attraverso il presidente Pietro Luca Colombo – è arrivare al milione di firme da presentare all’Unione europea per chiedere che l’etichetta con l’indicazione di origine della materia prima sia estesa a tutti i prodotti alimentari e a tutti i 27 Paesi della Ue”.

La priorità è la revisione del Codice doganale che consente di spacciare come italiano cibo straniero, sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti. In questo modo, ad esempio, cosce di prosciutto estero dopo essere state salate e stagionate nel nostro Paese vengono vendute per italiane. Ma attraverso la raccolta firme si punta anche – continua l’organizzazione agricola – a un’ulteriore stretta sulle pratiche commerciali sleali. Il massiccio ingresso di materia prima estera rischia infatti di favorire atteggiamenti scorretti anche in quei settori in cui c’è l’etichetta.

E’ necessario anche lo stop all’importazione di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa, affermando il rispetto del principio di reciprocità: gli obblighi che vengono imposti ai produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo. La concorrenza sleale danneggia gli agricoltori europei: in gioco non c’è solo la tenuta del settore agricolo e delle filiere alimentari, ma anche la salute degli italiani e dei cittadini comunitari.