Violenza sulle giocatrici, chiesto il rito abbreviato per l’allenatore arrestato nel Varesotto

Il giudice si è riservato la decisione sull’ammissione al rito alternativo: il procedimento riprenderà a dicembre con una nuova udienza (foto d'archivio)

VARESE – Ha chiesto il rito abbreviato la difesa dell’allenatore di pallavolo femminile arrestato lo scorso febbraio con l’accusa di violenza sessuale. L’uomo, 53 anni, è comparso oggi davanti al giudice per l’udienza preliminare presso il tribunale di Varese.

L’istruttoria si è svolta in camera di consiglio, quindi a porte chiuse. Inizialmente erano sette le giovani presunte vittime, ma con il proseguire delle indagini il numero è salito a quattordici. La vicenda è emersa a seguito della denuncia presentata dalla madre di una delle giocatrici minorenni coinvolte. Gli episodi contestati, secondo gli atti, sarebbero più di trenta.

La difesa dell’imputato ha chiesto di accedere al rito abbreviato, un procedimento che prevede una decisione del giudice basata sugli atti raccolti, senza passare per il dibattimento. Se accolta, questa modalità comporterebbe, in caso di condanna, una riduzione di un terzo della pena.

Il giudice si è riservato la decisione sull’ammissione al rito alternativo: il procedimento riprenderà a dicembre con una nuova udienza. Nel frattempo, l’allenatore resta detenuto nel carcere di Pavia, dove è stato trasferito dopo un primo periodo ai Miogni di Varese. Lo scorso maggio la difesa aveva chiesto la sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari, ma il tribunale del Riesame ha respinto l’istanza.

L’imputato è da considerarsi innocente fino a eventuale condanna definitiva.