VARESE Zio abusa sessualmente delle due nipoti: condannato a 6 anni di carcere con accoglimento quasi totale della richiesta del pubblico ministero Luca Petrucci. La sentenza esemplare è stata pronunciata alle 18 di ieri dal presidente di collegio Anna Giorgetti: silenzio tra i familiari dell’uomo e delle due ragazze, tutti presenti ma come se fossero separati in due diverse fazioni.Il fatto è complesso e si articola complessivamente dal maggio 2010 al dicembre 2011. Diversa anche la gravità delle violenze subite dalle due ragazze, entrambe minorenni all’epoca dei fatti (tra i 16 e i 17 anni), mentre molto moderno è l’epilogo della vicenda: il padre di una delle due vittime scopre che la figlia riceveva messaggi spinti attraverso Facebook dallo zio.L’azione si svolge in due tempi. Prima vengono alla luce gli abusi ai danni della più piccola delle cugine limitati ad un lungo bacio sul collo ricevuto dallo zio (il reato è stato riqualificato da tentata violenza sessuale in atti sessuali nella forma più lieve). La ragazzina, che per mesi avrebbe taciuto, si decide a parlare a fronte del padre che, non soltanto trova i messaggi su Facebook ma addirittura, per avere la certezza delle accuse, si sostituisce alla figlia nella chat con lo zio. A quel punto scatta la denuncia.La cugina maggiore, che avrebbe subito gli abusi più gravi, tace per qualche tempo poi, a sua volta, racconta. Le
due cugine di fatto non si erano mai davvero parlate, se le ragazze nutrivano sospetti su una comune sorte, non se lo erano mai confessato. La seconda situazione appare più grave: oltre ai baci sul collo la ragazza racconta di palpeggiamenti, baci sulla bocca spiegando che almeno in 4 occasioni lo zio la costrinse a toccarlo nelle parti intime. La giovane spiega anche di come lo zio avrebbe preteso da lei una prestazione orale ottenendo un netto rifiuto. Ad uno degli episodi avrebbe assistito un familiare che però ha cambiato versione in aula rischiando, tra l’altro una denuncia.La versione delle due ragazze, corroborata dai messaggi telematici dello zio, ha avuto riscontri probatori tali da portare da portare i giudici ad un pronunciamento severo; lo zio rispondeva tra l’altro anche dell’accusa di molestie (quelle a mezzo Facebook) che è stata compresa nel capo di imputazione di violenza sessuale nella forma più lieve ai danni della nipote più piccola. Il giudice ha stabilito una provvisionale pari a 20 mila e 8 mila euro per le parti civili rappresentate in aula dagli avvocati Corrado Viazzo e Giorgio De Vicenti. I termini per il deposito delle motivazioni della sentenza sono stati fissati in 75 giorni. L’imputato ha chiesto di poter ottenere una misura di custodia cautelare più morbida: arresti domiciliari da alcuni familiari di Cirò Marina invece del carcere dove è oggi detenuto.
s.bartolini
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