Wall Street troppo competitiva Testosterone iniettato ai trader

La crisi picchia, ma c’è anche chi ci guadagna, nel mondo della finanza, dalle disgrazie altrui. E così non bisogna farsi prendere di sorpresa, bisogna essere sempre pronti e reattivi. Altrimenti si rischia e molto, in primis il posto di lavoro.

Così ragionano i trader di Wall Street  che hanno scelto la strada di iniezioni di testosterone. La rivelazione arriva dal serissimo e attendibile Financial Times secondo il quale è in atto un vero e proprio boom di terapie ormonali tra gli operatori della borsa di New York che cercano di sopravvivere ai tagli e alla concorrenza di colleghi più giovani e naturalmente aggressivi.

L’ansia di competizione e la necessità di resistere con tutti i mezzi in una fase critica in cui molte società mandano a casa chi non rende a sufficienza è arrivata a tal punto che una società di Las Vegas, la Cenegenics, sta per aprire a settimane un ambulatorio specializzato a pochi passi dalla sede della New York Stock Exchange.

“Da quando è cominciata la recessione molti più uomini vogliono giocare al meglio. Sono sotto stress, e lo stress abbassa il livello del testosterone”, ha spiegato al giornale Lionel Bissoon, un osteopata che si è riconvertito alla somministrazione di terapie ormonali a manager e broker vittime della crisi. Per molti trader, secondo il dottor Bissoon, l’iniezione è l’ultima spiaggia per reggere al ricambio generazionale: “Un paziente mi ha detto: ci sono tanti ragazzi prodigio sotto di me, e tutti pronti a prendere il mio posto”.

Ma a ricorrere a questo “sostegno non sono solo i maschi: tra i clienti non mancano anche le donne anche se per queste la dose è inferiore per non colrrere il rischio di avere  broker donne… con un filo di barba.

Il rapporto tra testosterone e Wall Street non è la prima volta che viene alla luice: in alcuni casi è stato ipotizzato che  troppo ormone maschile nel sangue, con tutto ciò che segue  in termini di cultura masochista e eccessivo sprezzo del pericolo sarebbero all’origine della crisi degli ultimi anni.

Ma non importa: chi sceglie questa strada vede davanti a sè la possibilità di un’autentica selezione della “specie trader”, con un futuro dove solo i più forti “sopravviveranno” in Borsa.

u.montin

© riproduzione riservata