Nessuna novità per le condizioni di salute di Nacer, il papà disoccupato algerino di 48 anni che giovedì mattina si è cosparso di benzina e si è dato fuoco nel corridoio della palazzina dei servizi sociali di via Orrigoni, a due passi dalla moglie e le due figlie. L’uomo è tenuto sotto anestesia nel centro grandi ustionati di Genova. Una terapia che non gli fa sentire il dolore delle ferite riportate con il fuoco e che dovrebbe quindi assicurargli una guarigione più veloce. La moglie Melha ieri era sulla strada di ritorno da Genova. Si divide tra quell’ospedale e Varese, dove deve prendersi cura delle sue bambine. dice la donna, speranzosa di tornare presto alla normalità. Il tentato suicidio è avvenuto durante un colloquio con l’assistente
sociale in merito a un problema condominiale. Il discorso aveva a che fare con la gestione dei contatori di una palazzina di via Postumia, la chiusura dell’acqua, la divisione delle bollette. Futili motivi dunque, che però hanno portato Nacer, sempre riservato, a uscire un attimo dalla sala del colloquio ed esternare la disperazione maturata in anni di insicurezza economica. Per fortuna, accanto a lui, c’era Maurizio Zecchin, un messo comunale che si trovava lì di passaggio e che, con prontezza, ha aperto l’estintore, spegnendo le fiamme e salvando così la vita all’uomo. Il comune ha deciso di dare un encomio a Zecchin, forse in forma privata in quanto il dipendente non considera il suo gesto come straordinario e non vuole essere considerato un eroe.A. Mor.
s.bartolini
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