I legisti si interrogano sui social network: «dove abbiamo sbagliato»?. Il Carroccio a Varese non ha ottenuto grandi risultati, ed è stato scalzato alla Camera anche da Movimento 5 Stelle. A poche ore di distanza dal termine degli scrutini, i sostenitori del Carroccio tirano le somme di questa prima tornata elettorale in attesa dei risultati delle Regionali. Il primo a lanciare il sasso è Marco Bordonaro, noto esponente leghista. E’ lui che cerca di fare un ?mea culpa? e sul suo profilo Facebook scrive: «E’ venuto il momento di farci del male: siamo sotto al 6% in Piemonte, al 2% in Liguria, in Toscana 0,7%, in Emilia al 2,5%, in Veneto bassi. Non facciamo finta di niente, per l’amor di Dio. Parliamone e rimediamo». A racogliere il sasso è stato l’assessore all’urbanistica del comune di Varese, Fabio Binelli, che spesso usa i social network per esprimere le sue opinioni, più di quanto non faccia sulla stampa. «Io credo che la crisi di consenso della Lega Nord stia nell’omologazione al centrodestra e nella diluizione del messaggio autonomista in contenitori di
tipo liberistico-centralisti a conduzione personalistica – scrive Binelli – E il problema maggiore è che questo è un obiettivo specifico e dichiarato di alcuni dei nostri vertici». Forse il Carroccio e Roberto Maroni per primo, aveva pensato che gli scandali legati ad Umberto Bossi e al figlio Renzo potessero essere facilmente dimenticati. E così forse sarebbe stato, ma i leghisti proprio non hanno digerito l’alleanza con il Pdl e l’hanno dimostrato al voto. «La gente ha la memoria corta – scrivono – ma non così tanto. Non dovevamo allearci con Silvio, dopo che avevamo giurato che mai saremmo andati con lui». Qualcuno pensa anche, che sia stato un errore partecipare alle elezioni nazionali e che la Lega avrebbe dovuto presentarsi solo in Lombardia. E davanti al successo schiacciante di Grillo, proprio nella culla del Carroccio, qualcuno rimpiange il passato: «forse dobbiamo tornare a urlare un po’ di più e tenere le cravatte solo per i matrimoni, come facevamo una volta». Su una cosa sono tutti d’accordo, forse anche un po’ troppo ottimisticamente: «ci sono margini di miglioramento».V. FUm.
s.bartolini
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