Come spieghiamo ai bambini tutto il male del mondo?

Come si spiega ai bambini che il mondo in cui viviamo non è un mondo incantato? Se pensiamo alle fiabe e alle favole con i quali li cresciamo, il mondo fatato viene sempre a un certo punto a vacillare, a causa di un cattivo, di un maleficio, di un evento negativo che fa paura.
Però, alla fine, trionfa sempre il bene, che spesso arriva sotto forma di magia, quasi sempre legato all’idea che i buoni e puri di cuore possono rendere reali i propri desideri,

sfidando il pericolo, abbandonando la paura, spesso sacrificandosi per il bene altrui. Insegniamo ai nostri bambini che il male esiste, ma alla fine viene sconfitto.
Che chi è buono, alla fine, otterrà ciò che merita, in genere dopo aver messo da parte il proprio ego, di solito con l’aiuto di persone fidate. Ma glielo insegniamo ancora, o ci affidiamo alla televisione? Il potere di una fiaba raccontata, o letta, non può essere considerato alla pari di immagini che scorrono su uno schermo. Intanto, la mamma ed il papà, per raccontare quella storia, la devono scegliere. E poi donano al bambino il loro tempo. È un tempo prezioso, quello in cui l’adulto si mette al servizio del figlio. Ha un valore in sé, è un gesto importante e pieno d’amore.
Dentro questo quadro, anche la paura diventa meno angosciante che se vista in televisione, magari da soli. Il genitore racconta, il bambino ascolta e può fare delle domande. Ma soprattutto, può immaginare. Le figure non vengono suggerite dalla mano di un disegnatore. I nostri bambini sono troppo abituati a visioni non adatte loro, dobbiamo riportarli alle loro immagini interiori. E poi, accompagnarli in questa realtà che spesso viviamo come traumatica noi per primi. Evitando il telegiornale, ed i social, che ormai sono popolati di immagini che sono troppo, anche per noi. Raccontando con la nostra voce. Senza mentire, ammettendo di non avere risposte per la crudeltà che spesso ci colpisce. Ma facendo sentire la nostra calda presenza.
Rassicurando fino a dove è possibile, perché oltre c’è il nostro essere finiti e la mancanza di controllo totale sulla vita, e rispetto a questo possiamo solo dimostrare, coi fatti, ai nostri bambini che è talvolta doloroso e difficile anche per noi accettare la realtà, ma possiamo comunque vivere con fiducia.

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