Meno di tre metri per detenuto “Carcere di Varese illegale”

VARESE (p.orl.) Un carcere «fantasma» e «formalmente “dismesso”» per una struttura «non idonea alla funzione». Sovraffollato, con celle in cui non possono essere sempre garantiti i 3 metri quadrati di spazio calpestabile per detenuto fissati dalla Corte europea per i diritti dell’Uomo. Ecco come hanno trovato il Miogni Valerio Federico, componente del Comitato nazionale Radicali italiani, e Sergio Besi, dell’associazione Coscioni, nella visita di ieri mattina nell’ambito dell’iniziativa radicale di monitoraggio delle carceri lombarde.
«Il carcere fantasma di Varese da 9 anni attende di conoscere il suo destino,

mentre agenti penitenziari e detenuti ne pagano le conseguenze» commentano Federico e Besi nella nota diffusa dopo il sopralluogo, ricordando che dal 2001 la struttura penitenziaria è stata dichiarata formalmente «dismessa», «ma da allora della nuova struttura che avrebbe dovuto essere realizzata al suo posto non vi è traccia, se non in fiumi di articoli di giornale e dichiarazioni di politici». E così al Miogni «non si può che operare in condizioni di illegalità a scapito di agenti, operatori e detenuti». Con qualche dubbio anche sulla sicurezza: «La prima immagine che il visitatore si trova all’ingresso è un muro di cinta decrepito e dichiarato formalmente inagibile, ma destinato a restare tale in quanto alle carceri dismesse non vengono assegnati fondi per lavori straordinari o di adeguamento. Le torrette di controllo sono a loro volta inagibili e quindi non utilizzate».
Il sovraffollamento è meno drammatico che in passato, ma 107 detenuti sono comunque il doppio della capienza regolamentare (53) e di quella massima tollerata (90). «Le celle, di 8/10 metri quadri, escluso il bagno e compreso lo spazio occupato dai letti a castello, non garantiscono, nei numerosi casi di presenza di 3 detenuti, i 3 metri quadrati calpestabili fissati dalla Corte europea per i diritti dell’Uomo». Per i radicali sono troppo pochi i detenuti che lavorano nel carcere (solo una decina) e «la vetusta struttura è il principale ostacolo». E poi «gli spazi dedicati alla socialità sono insufficienti» mentre è buona l’offerta di corsi di formazione. Infine, «desta forte preoccupazione l’elevato numero di detenuti tossicodipendenti o alcoldipendenti, ben 43 su 107».

e.marletta

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