Dopo l’investimento mortale Vedano Olona chiede sicurezza

VEDANO OLONA Dopo la tragedia, il dolore e la rabbia. A Vedano Olona si torna a parlare di sicurezza stradale. E’ ancora troppo fresco il ricordo dell’investimento in via Primo Maggio in cui ha perso la vita lo scorso 23 dicembre il 79enne Alberto Neri, ma la polemica già imperversa. L’uomo stava raggiungendo la farmacia quando una Toyota, proprio davanti casa, lo ha investito uccidendolo. Martedì si erano tenuti anche i funerali. Nelle ultime ore gli attraversamenti pedonali e la loro sicurezza sono tornati al centro del dibattito.

Ne ha parlato il vedanese Rolando Lucioni, noto in paese per aver promosso in passato il comitato per la rimozione del porfido in via Primo Maggio.
Insieme ad altri cittadini, dopo aver effettuato qualche mese fa un lungo sopralluogo per le vie del paese, si era impegnato a redigere un documento contenente le criticità viabilistiche. Punti pericolosi e accorgimenti da mettere in atto soprattutto lungo via Primo Maggio, ma non solo. «Avevamo individuato – ricorda Lucioni – dieci punti pericolosi e presentato le relative dieci proposte risolutrici. Al punto nove avevamo segnalato che l’attraversamento pedonale vicino a via Mazzini è scarsamente illuminato e poco visibile e proponevamo il miglioramento dell’illuminazione dell’attraversamento pedonale e della segnalazione del medesimo agli autoveicoli. Proprio lì è morto Alberto Neri».
Lucioni è rimasto scioccato dall’incidente mortale: «Sono arrivato sul posto, rientrando dal lavoro, pochi istanti dopo l’incidente e, quando ho visto la drammatica situazione, ho dovuto soffocare in gola un urlo di dolore. Bastava spostare il lampione esistente sopra il passaggio pedonale. Perché – si chiede Lucioni – Forse Alberto Neri ora forse sarebbe vivo. Poteva succedere ed è successo. È successo ad Alberto Neri. Potrebbe succedere a chi cerca di attraversare sulle strisce in curva davanti al cimitero. Potrebbe succedere a chi cerca di uscire da via Roma o mentre attraversa la rotonda del cimitero in bicicletta. Potrebbe succedere a chi esce da via Papa Innocenzo o da via Sciesa. Potrebbe succedere a mio figlio quando esce di casa e i tir passano a pochi centimetri dal cancello perché non c’è il marciapiede. Potrebbe succedere ancora. Mi auguro che una cosa del genere non accada più e che la Giunta faccia il possibile per intervenire». «Nel corso dell’ultima commissione su via I Maggio – conclude Lucioni – mi sono zittito perché il pubblico non può intervenire, ma davanti a questo ennesimo incidente non sto zitto».

b.melazzini

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