Bossi il giovane querela Il giudice respinge. Per ora

VARESE «Non mi indentifico in nessun gruppo parlamentare, sono anarcoide e libertario, il mio punto di riferimento nella storia è l’esperienza della Comune di Parigi, non sono né marxista né leninista, sono solo un’artista»: Michel Abbatangelo, capelli brizzolati raccolti in un corto codino dietro la nuca, si presenta ai giornalisti al termine dell’udienza preliminare che da Mentone, Francia, dove vive, ieri lo ha costretto a venire fin nella nostra città, chiamato in causa niente meno che dal Trota, alias Renzo Bossi.

L’erede del Senatùr si è stancato di essere preso di mira, e ritiene che quelle novelle satiriche e alquanto surreali pubblicate in internet dal blogger italo francese (con doppia cittadinanza) e raccolte nel «Diario segreto di Renzo Bossi Junior», siano diffamatorie: «A parte l’ironia con la quale le frasi sono concepite – si legge nella denuncia – Bossi Renzo è dipinto come una persona dedita a commettere reati». Di qui la querela e la richiesta di risarcimento, 20mila euro.

Il sito nel frattempo è divenuto introvabile. Peraltro ieri il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Fazio non è nemmeno entrato nel merito della questione. Ha accolto l’eccezione sollevata dall’avvocato di Abbatangelo, Gianmarco Beraldo, ed ha rinviato gli atti al pm Massimo Politi, perché ai blog presenti su internet non può essere applicata la legge sulla stampa: quindi nemmeno la procedura che prevede l’udienza preliminare per il reato di diffamazione. Semmai, la citazione diretta di fronte al giudice monocratico.

Nell’eventualità che il pm voglia proseguire, Bossi il giovane dovrà comunque rinnovare la propria richiesta di risarcimento.

Franco Tonghini

f.tonghini

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