Un “trappolone” del Pd Ma la Oprandi non ci casca

VARESE (m.tav.) Il Pd si riunirà a breve e chiarirà le questioni al suo interno. Dopo lo “scandalo” mediatico, che ha tenuto banco sul blog del senatore Paolo Rossi, dove è emersa un’evidente spaccatura tra correnti nel Pd varesino, l’intenzione dei vertici sembra essere quella di ricucire. Anche se non sarà un’impresa facile, perché evidentemente queste comunali hanno spostato l’asse di potere all’interno del partito. La “vittoria” di Luisa Oprandi, arrivata al ballottaggio, destabilizza la classe dirigente di partito, controllata dal deputato Daniele Marantelli, vicino a Bersani. Dal momento che la Oprandi è più vicina a Rossi, legato alla corrente di Dario Franceschini.

A tentare un gesto di distensione oggi è il capolista Fabrizio Mirabelli, che sulla questione della sfida per il ruolo di capogruppo, che avrebbe con la Oprandi, chiarisce: «Tutta la mia storia personale dimostra che mi sono sempre messo a disposizione del centrosinistra e del partito con spirito di servizio. Chi mi conosce sa che le lotte per il potere sono estranee al mio modo di pensare e vivere la politica. Dopo lo straordinario risultato del ballottaggio delle elezioni, credo che non vadano assolutamente delusi i tanti varesini che hanno dato fiducia a Luisa Oprandi come candidata sindaco». E qui l’idea che, anziché il capogruppo, faccia la coordinatrice. «Tutto il partito auspica che Luisa possa assumere quel ruolo di coordinatrice del centrosinistra che le hanno affidato gli elettori. Altrimenti svolgerà, con incisività, il ruolo di capogruppo del Pd in consiglio comunale».

Partita chiusa? Non proprio. La Oprandi si toglie qualche sassolino dalla scarpa. «Al momento non ci sono richieste ufficiale dal partito sul mio ruolo – spiega – perché la prima riunione dei 7 eletti del Pd si avrà solo domani. In mondo informale, mi è stato chiesto da un esponente della segreteria di non entrare nel gruppo del Pd, ma nel gruppo misto e di svolgere da esterna questo ruolo di coordinatrice. Ma due sono i motivi per cui non posso: il primo è

che sono sempre stata espressione del Pd e non intendo tradire l’elettorato. Il secondo è che la creazione di un nuovo gruppo consiliare costerebbe tra i 10mila ed i 12mila euro all’anno. Francamente, non me la sento di costare così tanto alle tasche dei cittadini». Tenere la Oprandi fuori dal gruppo del partito appare, con molta evidenza, un tentativo per indebolire la sua presenza nel Pd. Sulla composizione del gruppo consiliare potrebbe poi esserci qualche sorpresa. Rumors di corridoio indicano la possibilità di un rientro in gioco del segretario cittadino Roberto Molinari. Risultando il secondo dei non eletti, occorrerebbe che l’ultimo degli eletti, Emilio Corbetta, ed il primo dei non eletti, Matteo Acchini, rinuncino al seggio. Possibilità non da escludere.

e.marletta

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