Le vacanze a Ponza e l’incubo scontrino

BUSTO ARSIZIO «È proprio vero: ci sono due Italie». Giovanna Mura, residente a Busto Arsizio, racconta quella che è stata la sua esperienza in vacanza a Ponza. «Sono stata in villeggiatura per una settimana. Sono tornata a casa scandalizzata: nessuno faceva lo scontrino fiscale». Una situazione che, a suo dire, non riguarda solo bar e piccoli esercenti, ma anche ristoranti e grandi alberghi.

«Al ristorante hanno provato a farmi il conto sul sacchetto del pane. Ovunque, dove chiedessi di pagare con la carta di credito, mi dicevano che non era possibile». La signora Mura non ha passato le vacanze nell’ultimo paesello sperduto del Meridione, ma in una prestigiosa località di mare. Eppure, anche lì, l’evasione fiscale era comune a molte realtà, afferma. «Mi è capitato di incrociare personaggi di primissimo piano della politica e del giornalismo. C’erano Gianfranco Fini e Paolo Mieli, Vietti e Vespa. Possibile che loro non si accorgessero della situazione?».

La signora Mura, una volta tornata a casa, ha così sentito il bisogno di alzare il telefono e chiamare La Provincia di Varese per raccontare la sua esperienza e segnalare una situazione, a suo dire, sconvolgente. «Ho visto un’evasione totale. Dai lettini in spiaggia, che costavano anche 30/35 euro al giorno, ai noleggiatori di barche o auto. Una volta, per ottenere la ricevuta, ho dovuto quasi litigare».

Un fenomeno, quello dell’evasione, che manda in bestia soprattutto quanti, le tasse, le pagano fino all’ultimo. «Mio marito ha una ditta – spiega infatti la signora Mura – e noi dobbiamo pagare tutto. Siamo controllati e tartassati dal fisco. Lì invece evadono tutto, è una cosa indecente».

Tiziano Scolari

f.tonghini

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