BUSTO ARSIZIO Cento anni fa un bronzo sfiorato e un record comunque raggiunto per Busto. Faceva caldo a Stoccolma, quel 14 luglio 1912.
Temperature così alte da amplificare a dismisura la fatica degli atleti che si stavano contendendo una medaglia olimpica nella maratona. Tra loro c’era un ragazzo di 17 anni e un giorno. Si chiamava Carlo Speroni. Uno dei più grandi atleti bustocchi di sempre. «Mio nonno stava lottando per il terzo posto, quando i crampi lo costrinsero al ritiro – racconta il nipote di Speroni, Carlo (omonimo del nonno) – Peccato, perché mancavano pochi chilometri all’arrivo. Ma fu una giornata davvero difficile per il gran caldo: un atleta messicano, disidratato, perse addirittura la vita».
Con i suoi 17 anni, compiuti proprio il giorno prima della gara, stabilitì un primato ancora imbattuto: essere il maratoneta più giovane nella storia delle Olimpiadi. Spiega il nipote: «Per andare a Stoccolma 100 anni fa, il nonno non poté contare su alcuna sovvenzione federale: furono il suo datore di lavoro, che lo prese presto a cuore, e altri industriali di Busto, a pagargli il viaggio. Tre giorni e tre notti».
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m.lualdi
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