Todomondo, lettera al ministro"Vogliamo indietro i nostri soldi"

Gallarate Todomondo nuovo atto di protesta: anche ieri mattina una sessantina di “gabbati” dal tour operator gallaratese si sono ritrovati davanti alla sede della società in largo Buffoni. Rispetto a sabato scorso gli aspiranti vacanzieri (truffa è l’ipotesi di reato contestata al tour operator dal pm di Busto Roberto Pirro pochi giorni fa) sono in numero ridotto, sono un pochino meno aggressivi ma anche molto più organizzati.

Le azioni intraprese sono diverse e diversificate. Certo in coro si grida: «L’estate la passiamo a Gallarate» e ai piedi di chi protesta ci sono valige con cartello «i nostri sogni sono rimasti dentro questa valigia vuota», ma la riscossa, più che legittima, è partita davvero. «E’ pronta una bozza di messa in mora a carico della società – spiega Lara Pellegrini, avvocato ma anche lei stessa truffata – ed è disponibile sul blog della casa del consumatore».

E’ non è l’unica: richieste di messa in mora sono arrivate anche da Adiconsum. «Rispetto alle altre – spiega Pellegrini – la nostra, che cita i comunicati dell’azienda apparsi su internet nei quali si palesa la volontà di risarcire, nonché la sospensione a tempo indeterminato delle partenze, nella nostra chiediamo un rimborso doppio alla spesa sostenuta. Come imposto dalla legge all’azienda».

Ma non finisce qui. Sempre Pellegrini invita tutti a inviare a Todomondo – «la sede legale da ultima misura camerale è ancora a Gallarate, ma sono pronta ad aggiornare tutti su eventuali spostamenti» – raccomandate con richiesta di rimborso. «Non importa se ritornano al mittente – spiega il legale – E’ fondamentale mandarle. Parecchie sono state già consegnate, abbiamo le ricevute che lo provano». Qualcuno sbircia nella cassetta missive Todomondo: è piena di posta. «E io che ho persino speso 3 euro e 90 centesimi in francobollo. Se ne fregano». Altra missiva, affatto irrilevante, è la lettera aperta inviata al ministro al Turismo Michela Brambilla. Missiva nella quale i truffati Todomondo chiedono «di attivare per noi il fondo ministeriale di garanzia – spiega Silvia Baldini, vigevanese tra i promotori dell’azione – Non solo, chiediamo al ministro di emanare una direttiva d’urgenza che preveda il rimborso anche per coloro che con Todomondo hanno acquistato anche solo il volo o solo il soggiorno invece dell’intero pacchetto vacanza, il rimborso della spesa integrale sostenuto da ciascuno, nonché il rimborso in tempi rapidi. Abbiamo scritto a tutti: lei è l’unica che ha risposto esprimendo solidarietà nei nostri confronti e promettendo un intervento. Il nostro obiettivo è quello di non essere dimenticati». La lettera, ad oggi, è stata firmata da 615 persone, numero in costante aumento.

Intanto l’ex ad Alessandro Scotti, uno degli indagati, ha chiesto di essere ascoltato dai magistrati: parrebbe avere informazioni importati sul buco da 5 milioni di euro scovato nei bilanci societari, tracciato in una banca, la MB, di San Marino, tra l’altro commissariata dallo scorso 8 luglio. In realtà Scotti potrebbe rivolgersi direttamente alla Finanza di Gallarate delegata dal pm alle indagini. Silvano Favarato, presidente Todomondo (in realtà dipendente) e altro indagato, ha dichiarato «di essere a un passo dal fallimento. Settimana prossima consegneremo i libri in tribunale». Pellegrini annuncia: «A settembre depositeremo un esposto collettivo da almeno 200 mila euro di risarcimenti». Mentre sul web si moltiplicano i contatti. Info alla mail [email protected], o sui 12 gruppi (decisamente poco inclini al perdono) creati su Facebook.
Simona Carnaghi

f.artina

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