Apre in città la stanza che ti intrappola

Si chiama “escape room” ed è l’ultima tendenza anche in Italia: bisogna liberarsi risolvendo enigmi. Per ora la location resta top secret ma le regole sono chiare. Si giocherà a squadre in un’ora di tempo

Se la Francia è ancora orgogliosa di difendere la sua lingua – e traduce la parola computer con ordinateur – l’Italia sta imbastardendo, sempre di più, il proprio idioma con prestiti – anche inutili – da altre lingue. Gli inglesismi spopolano e oltre all’inflazionatissimo selfie – che significa semplicemente autoscatto – ce n’è un altro che sta diventando popolare. Ci riferiamo a escape room: una stanza dalla quale bisogna fuggire. Il nuovo divertimento sembra masochistico ma, secondo i sociologi che si stanno occupando di questo fenomeno, ormai già di tendenza, è un modo per mettersi alla prova cercando di cavarsela da soli.

Negli anni Ottanta facevano tanto rumore i corsi di sopravvivenza e imprenditori di successo si catapultavano in boschi e foreste per tentare di oltrepassare ponti tibetani e trascorrere le giornate senza energia elettrica. Oggi, invece, alcune famiglie inseguono il divertimento nelle escape room e, già due anni fa, sul blog del Corriere “Italians”, tenuto dal giornalista , una signora scriveva: «Abbiamo provato il gioco dell’escape room in famiglia… Pazzesco come il gioco faccia subito emergere la diversa forma mentis dei partecipanti: i due figli maschi ci lasciavano senza parole con intuizioni semplici e risolutive quando le nostre ipotesi risultavano macchinose e dispersive.

Non siamo riusciti ad uscire in tempo ma ci siamo piaciuti».
Presto potranno provare l’ebbrezza di stare chiusi in una stanza – come in una scatola ermetica – anche i varesini perché in città verrà aperta (perdonate il gioco di parole) una escape room. Ad annunciarlo alla nostra redazione è stata ieri, di un ufficio stampa di Torino che sta curando la comunicazione per “il gioco di fuga dal vivo leader in Italia”.

Mariotti rimane nel vago – «manca qualche settimana all’apertura nella vostra città» – e intanto lancia la escape room di Brescia, che debutta sabato, spiegando le regole: «Giocare è divertente, avvincente, emozionante. Per farlo basta mettere insieme una squadra (da due a sei giocatori) e prenotarsi online».
«Intuizione, cervello, logica, capacità di osservazione, lavoro di gruppo e complicità… una stanza e un’ora di tempo per scoprire indizi, identificare codici, risolvere combinazioni e aprire un lucchetto dopo l’altro per tentare di riconquistare la libertà. Solo il 2 per cento dei partecipanti è riuscito ad uscire e a conquistare l’ambitissimo posto nel wall of fame del sito, riservato ai gruppi che riescono nell’impresa di terminare il percorso. Difficile… ma non impossibile». In attesa dello sbarco a Varese di questa tendenza che sta catalizzando l’attenzione degli sociologi, la Mariotti invita a leggere le recensioni pubblicate sul sito di Tripadvisor, quasi tutte lusinghiere. Come questa: «Esperienza assolutamente consigliata: eravamo sei prigionieri in trappola, e ce l’abbiamo messa tutta per sfuggire dal carcere. Abbiamo trovato chiavi, risolto enigmi e ci siamo posti più domande di quante risposte effettive abbiamo invece trovato. È davvero un’idea geniale, e ci tornerò sicuramente per sfuggire una volta per tutte da quella stanza». Ma qualcuno è anche critico: «Troppi lucchetti con giochi, sottogiochi, enigmi su enigmi e milioni di chiavi alcune delle quali aprono lucchetti mentre altre aprono il passaggio finale».

«Alcuni enigmi sono connessi fra loro da non si sa che cosa quindi non si capisce bene dove bisogna mettere il codice trovato o per che cosa bisogna utilizzarlo dato che non si ha un indizio o una linea guida (bisogna andare a tentativi fra le varie stanze) quello che ne risulta è una confusione totale (sembra di entrare in un caveau di una banca con tantissime cassette di sicurezza da aprire)». Per la nostra valutazione dei varesini bisogna pazientare ancora un po’: solo poche settimane e poi anche in città ci sarà la stanza da cui scappare.