Busto ricorda il sacrificio di don Lolo

A 24 anni dall’omicidio la città celebra don Isidoro Meschi con una serie di eventi. Daverio: «Era il prete degli ultimi. Percorreva la strada che oggi ci indica il Papa»

– A 24 anni dalla sua morte don continua a parlare al cuore dei bustesi, che ora sperano nell’avvio della causa di beatificazione. «La straordinaria figura di questo prete dei poveri, degli ultimi, di coloro che vivevano il dramma dello scarto sociale, di cui tanto spesso ci parla papa Francesco», afferma la presidente dell’associazione “Amici di don Isidoro” , è ancora presente e viva nella città dove ha vissuto il suo ministero sacerdotale ed è morto il 14 febbraio 1991, ucciso da uno dei tanti giovani che cercava di aiutare.

Il Decanato e la città lo ricorderanno attraverso diverse iniziative. Venerdì alle 21 in basilica San Giovanni si terrà la celebrazione eucaristica presieduta da monsignor , decano di Varese, redattore del settimanale “Luce” negli anni dell’esperienza giornalistica di don Isidoro. Sabato alle 15.30 in basilica è in programma il concerto bandistico della Pro Busto. Il liceo “Daniele Crespi”, dove don Lolo ha insegnato, lo ricorderà con il tradizionale “Concerto di San Valentino” organizzato dagli allievi lunedì

23 febbraio alle 21 al teatro Sociale. Infine venerdì 6 marzo alle 21 al “Fratello Sole” gli attori del Teatro della Corte presenteranno “Dialoghi per il tempo quaresimale”, intervallando i testi pubblicati da don Isidoro sul giornale “Luce” nel 1981 e brani di musica strumentale. «Con Papa Francesco che ci parla dei sacerdoti tristi la figura di don Isidoro appare oggi ancora più significativa perché lui era un prete felice, attento alle periferie esistenziali, ai drogati, gli accattoni, ai senza fissa dimora – afferma Daverio – la sua è un’immagine profetica, si colloca nello stile di accoglienza agli ultimi che ci indica oggi Papa Francesco».

Don Lolo ha testimoniato con la vita e con il suo impegno per l’apertura del centro di ascolto e della comunità di recupero per tossicodipendenti “Marco Riva” di essere «ultimo tra gli ultimi, ha investito tutto su di loro pur restando un prete a 360 gradi, dedito ai poveri, ai fedeli in parrocchia, agli allievi del liceo – ricorda la presidente – è stato tutto per tanti».
L’anno scorso l’associazione ha ottenuto dalla Curia l’imprimatur per la preghiera di beatificazione, ora «siamo stati invitati dal Cardinale, attraverso monsignor Apeciti, a diffondere il suo apostolato e la sua spiritualità, ad attendere i tempi della chiesa e i segni straordinari, a preparare testimonianze e documentazione – spiega Daverio – stiamo lavorando per la fase preparatoria, ci sono tutte le premesse per il processo di beatificazione, la speranza è che parta nel 25° anniversario».