Cartelle pazze dall’Est. La truffa della multa è arrivata anche in città

La denuncia di una pensionata fa scattare l’allarme. Il Movimento Consumatori: «Verifiche in corso». Ma difendersi può diventare una corsa a ostacoli

Anche se non avete mai messo piede in Croazia, potreste ricevere una «raccomandata per decreto di esecuzione» da quel Paese per non aver pagato, nel 2012, il ticket del parcheggio.
L’importo della multa è intorno ai 100 euro. La cosa all’inizio potrebbe sorprendervi, ma poi impensierirvi molto. Il documento è provvisto di timbri notarili e parla chiaro: «Se non si procede a pagare, ci potrebbero essere conseguenze molto gravi, tra cui il pignoramento della casa».

Una multa del genere è arrivata anche a una nonna di Varese. La signora, leggendo in essa la targa della propria auto, si è parecchio preoccupata, fino a prendere la decisione di rivolgersi al Movimento dei Consumatori. In questa scelta l’hanno aiutata i nipoti, che hanno capito che qualcosa in quel documento non quadrava.
In primo luogo, la loro nonna non era mai stata in Croazia e neppure la sua auto era stata usata per quel viaggio.

Ma questo elemento, da solo, non era sufficiente a tranquillizzare gli animi della famiglia, perché è cosa nota che il mancato pagamento di una cartella pazza (se regolarmente emessa, ma con dati errati) può portare alle stesse conseguenze del mancato pagamento di una cartella vera.
Tale avvocato – stando a informazioni frammentate che si leggono su internet – sarebbe stato incaricato dalle società che hanno in gestione i parcheggi di riscuotere i ticket non pagati.
Ulteriore elemento che non torna: il mancato pagamento del parcheggio sarebbe avvenuto tre anni fa, senza che nessuna multa sia mai stata notificata.
«Stiamo cercando di approfondire la questione con le autorità competenti per capire se si tratta di una truffa vera e propria o di un errore commesso dalla società che ha in gestione questi parcheggi in Croazia – dice , del Movimento Consumatori di Varese – Ci sono numerose persone che nei blog che riferiscono di aver ricevuto la stessa richiesta di pagamento, ma di non essere mai state in Croazia. Come è possibile siano stati commessi tanti errori, se di errori si tratta?».
La cosa che rende ancora più assurda tutta la questione è che il consumatore italiano non ha tempo di difendersi per via dei termini stringenti. Continua Cirivello: «Il consumatore ha a disposizione pochi giorni per opporsi in Croazia, quindi per spiegare di non essersi mai recato lì. Questo di fatto rende impossibile la difesa di qualsiasi cittadino italiano, e costituisce una violazione del diritto di difesa».

Come si deve comportare il consumatore qualora ricevesse uno di questi documenti?
«Invitiamo a prendere contatti con la nostra sede di piazza De Salvo – conclude Cirivello – Daremo tutte le indicazioni. Per il momento invidiamo alla prudenza e a non pagare senza prima aver fatto ulteriori accertamenti».
Per ora, a Movimento Consumatori, è arrivata una sola segnalazione. Ma qualora se ne aggiungessero altre, l’associazione potrebbe valutare una contestazione unica per tutte le persone interessate.