Dai problemi con il Fisco alla calunnia La moglie brilla costa cara all’avvocato

«Lei non sa chi sono io». Parte da questo luogo comune la vicenda che, in due anni, ha visto un avvocato varesino denunciato prima per guida in stato d’ebbrezza e rinviato a giudizio per calunnia poi.

– L’avvocato in questione non è nuovo a passare “dall’altra parte” in seno a contesti giudiziari: un mese fa è anche stato denunciato per un’evasione fiscale da un milione 600 mila euro, scoperta dalla guardia di finanza di Varese. Praticamente dal 2009 ad oggi il professionista del foro aveva prima falsato la propria dichiarazione dei redditi, poi, negli ultimi due anni aveva proprio scordato di presentarla.
Nel caso odierno, invece, il legale è finito a processo su decisione del giudice per l’udienza preliminareper aver calunniato tre agenti della polizia ferroviaria di Varese. Tutto ha inizio due anni fa. Quando in via Milano la moglie dell’avvocato, con il figlioletto di tre anni in macchina, viene fermata per un controllo.

La donna appare in evidente stato d’ebbrezza. E il marito, che viaggia poco più avanti di lei ed è a sua volta ebbro, si ferma e chiede cosa stia accadendo.
I poliziotti stupiti spiegano che stanno eseguendo un controllo. E a quel punto l’avvocato presenta il tesserino dell’ordine asserendo «allora adesso controllate anche me».
Il pubblico ministero in sede d’udienza preliminare ha sottolineato con forza l’abuso compiuto dall’avvocato nell’esibire il tesserino; mossa che, per l’accusa, è un chiaro tentativo di intimidire i poliziotti impegnati nel controllo. Gli agenti, però, non si fanno intimidire e verbalizzano tutto. Dalla procura varesina parte anche una segnalazione al tribunale dei minori di Milano: un bimbo di tre anni in auto con entrambi i genitori ebbri merita un controllo.

L’avvocato a questo punto denuncia i poliziotti e li accusa di mendacio. In sintesi di aver redatto verbali falsi, assolutamente inventati, danneggiando sia lui sia la moglie.
La procura chiede l’archiviazione e l’avvocato si oppone alla richiesta.
Il gupa quel punto non soltanto rigetta l’opposizione archiviando la denuncia contro i poliziotti difesi dall’avvocato ma dichiara che gli agenti «hanno agito con grande zelo e professionalità».
E rinvia gli atti alla procura affinché

sia l’avvocato ad essere denunciato d’ufficio per aver calunniato i rappresentanti delle forze di polizia.
L’avvocato si ritrova, ancora una volta, sul banco degli indagati: il gup Sala non ha dubbi. Per il legale arriva il rinvio a giudizio per la calunnia contro i poliziotti. Il 17 giugno il procedimento arriverà in aula.
E da difensore il professionista del foro si troverà seduto sul banco degli imputati. Nel frattempo la commissione disciplinare dovrà decidere quali provvedimenti adottare.