«È stato rapito perché dava fastidio»

L’ex missionario Umberto Pecchio conosce bene Rolando Del Torchio, sequestrato nelle Filippine. «Lui non sopporta le ingiustizie, per questo in passato era già stato preso di mira dalle gang locali»

Padre Rolando – ad Angera tutti lo chiamano ancora così – era un personaggio scomodo e potrebbe essere caduto nelle mani di una gang locale. Ad affermarlo è, ex missionario laico di Taino del Pime che ben conosce l’ex missionario angerese Del Torchio rapito nelle Filippine mercoledì scorso. Umberto, che dopo tanti anni trascorsi in missione in Camerun è tornato con la famiglia nel suo paese d’origine sul Lago Maggiore, è venuto in contatto con la realtà asiatica nella quale viveva e operava Rolando.

Nel 1995 lo aveva visitato nelle Filippine, quando ancora era sacerdote alla Catholic Mission. «Operava allora in una farm, una fattoria gestita da più persone. Una sorta di cooperativa agricola, tipica delle aree povere, dove la forza lavoro e le risorse finanziarie sono messe in comune per ottenere maggiore potere contrattuale con le banche e dove si pratica anche l’autoproduzione. Rolando mi era parso da subito un sacerdote non tradizionale, ribelle ai compromessi e alle ingiustizie».

La zona di Mindanao e di Zamboanga conta persone di varia etnia, e su queste dominano alcune gang che controllano i traffici locali, i terreni, le coltivazioni. «Una sorta di mafia locale, se possiamo dire così, che impone le sue regole ed elimina chi non le rispetta. A quell’epoca Padre Rolando dava fastidio a questi signori che detenevano il potere sulla popolazione locale. Infatti scampò ad un attentato e da allora il Governo gli affidò una scorta militare per proteggerlo nei suoi spostamenti. Sapeva di essere nel mirino di quella gente». La sua insofferenza verso le ingiustizie e il suo desiderio di vivere il messaggio evangelico in prima linea fra la gente povera ed emarginata, come insegna Papa Francesco, potrebbe essere quindi una motivazione al suo rapimento.

Questa è l’opinione di Pecchio, che propende più per questa ipotesi che per quella di un rapimento da parte degli islamisti. D’altronde le Filippine sono un’area insidiosa per i missionari che vi si recano per portare il Vangelo. «È una terra di martiri il sud delle Filippine perché vi sono molti fondamentalisti musulmani. In tempi recenti sono stati uccisi Padre , Padre , che entrambi lavoravano per il dialogo interreligioso, e due anni fa Padre, che difendeva le terre di una minoranza etnica». Certo, l’ipotesi di rapimento per motivazioni religiose potrebbe essere una pista. Altra pista potrebbe essere quella di rapimento a scopo di estorsione. «In Camerun, dove ero io, due sacerdoti di Vicenza, don e don furono rapiti da Boko Haram insieme ad una suora canadese ma furono rilasciati dopo 57 giorni di prigionia e il presunto pagamento di un riscatto. Mi auguro che anche per Rolando ci possa essere una evoluzione positiva e possa presto tornare a casa».