Il Consiglio comunale frena sul revamping

«Andare oltre l’incenerimento dei rifiuti». Anche il Consiglio comunale dà una picconata al progetto di revamping dell’impianto Accam di Borsano.

Ma la maggioranza vota in ordine sparso, oscillando tra la Lega Nord che non esclude la chiusura dell’inceneritore e la componente Agorà di Forza Italia che si astiene. Ma quello che si è consumato martedì sera in consiglio comunale è un altro passaggio verso il superamento del maxi-progetto da 40 milioni di euro per il revamping dell’inceneritore di Borsano.

La mozione presentata dal Pd viene “limata” con il contributo della maggioranza, con il sindaco in prima linea, e arriva a chiedere all’esecutivo di «intraprendere una serie di azioni per rivedere il progetto di revamping valutando che Accam possa svilupparsi su nuovi profili tecnologici, più sostenibili sotto il profilo del recupero di risorse ed energia, e maggiormente rispondenti alle esigenze del territorio».

Il tutto, come chiedeva il sindaco, distinguendo il revamping dal progetto di aggregazione delle ex municipalizzate di Busto, Gallarate e Legnano per la costituzione di una società unica di raccolta e smaltimento dei rifiuti, e prendendo posizione per una moratoria sulle discariche di rifiuti solidi urbani.

L’obiettivo del Pd, nelle parole di , è di «valorizzare Accam a prescindere dall’incenerimento che tra tot anni non ci sarà più, come risorsa strategica per il trattamento dei rifiuti».

Parole che accendono il borsanese (Lega Nord): «Il Pd vuole l’inceneritore mentre la Lega vuole la chiusura di Accam».

Tra il pubblico, i rappresentanti del comitato ecologico di Borsano e del comitato Rifiuti Zero applaudono: «Un’altra apertura su un’alternativa al revamping. Presto organizzeremo un’operazione San Tommaso per mostrare l’evoluzione dei sistemi di trattamento meccanico biologico dei rifiuti».

In soldoni, dal Consiglio non esce niente di più di quello che non avesse già fatto l’assemblea dei soci Accam, che un paio di mesi fa ha tirato il freno rispetto all’attuazione del revamping.

Ma con questo mandato quasi unanime (si sono astenuti solo i tre consiglieri dell’area laica di Forza Italia, tra cui l’ex presidente di Accam , e l’ex grillino ) dell’assemblea, Farioli ritiene di avere «più forza» nel presentarsi ai tavoli delle trattative.

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