«La frase fascista non si tocca» I varesini ce l’hanno detto chiaro

I cittadini del capoluogo rispondono al nostro sondaggio

– «La storia non si cancella. Specie quella che si vorrebbe poter dimenticare». Questo in sintesi, il pensiero più diffuso tra i nostri lettori in merito al sondaggio da noi lanciato sul mantenere o cancellare le scritte di propaganda fascista ancora presenti sulle facciate di alcune case varesine. I motti fascisti furono, infatti, uno strumento di propaganda usato dal fascismo, attribuiti o coniati dae scritti sulle facciate delle abitazioni per iniziativa di
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Da tempo i residenti di Fogliaro chiedono la cancellazione di questa scritta, ma il proprietario dello stabile preferisce preservare, non perché simpatizzante del fascismo ma per una questione di costi, la scritta presente sulla facciata. I varesini, però, pensano che la storia vada preservata, nel bene o nel male. «Meglio quella che graffiti senza senso» commenta . «Perché toglierla – chiede – è comunque un pezzo della nostra storia. Bene o male che sia andata, è storia».

Anche ritiene che la scritta presente sulla casa di Fogliaro («Italia dura, Italia volitiva, Italia guerriera») non debba sparire. «Lasciare sempre il ricordo di ciò che fu. Mai cancellare la testimonianza. solo così baldanzosi ed ignoranti giovani non potranno falsificare ciò che è stato, solo perché non l’hanno vissuto».
spiega che la scritta propagandistica di Fogliaro in particolare «è un pezzo di storia che va tenuto per ricordarsi dei propri errori, troppo comodo altrimenti cancellare tutto, coscienze comprese». è in linea con quanto dichiarato sopra. «Nemmeno gli islamici cancellarono le opere cristiane da Santa Sofia (Istanbul). I comunisti sono capaci di cose peggiori: questo pezzo di storia svanirà per colpa dell’ignoranza degli intellettuali di sinistra».

Al dibattito lanciato sui social network hanno partecipato anche l’assessore all’Urbanistica, , e l’ex assessore all’Ambiente. Binelli, per spiegare la sua visione, si rifà a Orwell.

«George Orwell, in 1984, immaginava che un ufficio fosse appositamente preposto ad adattare i documenti del passato alla visione attuale del regime, così da far sembrare che tutto è sempre stato coerente con la propaganda del sistema dominante. Vogliamo rimuovere il fatto che la stragrande maggioranza dei Varesini tra il 1922 e il 1942 era convintamente fascista? Facciamolo, ma allora abroghiamo lo studio della storia dalle scuole».

Clerici ricorda, infine, una scritta risalente ai tempi del fascio a Casbeno, «in un’azienda privata poco dopo il circolo: lavorare e tacere».