Questuanti, il comune corre ai ripari

Questuanti in via Pacinotti, il comune ha già sollecitato prefettura e questura. E studia le norme per trovare il modo di allontanare questi soggetti.

Così Palazzo Borghi risponde, in una nota, alla denuncia della Provincia rispetto alla situazione all’interno delle ex officine ferroviarie. Sgomberati la scorsa primavera, i capannoni sono stati nuovamente occupati dai questuanti che di giorno chiedono l’elemosina in città.

Nel centro storico pedonale, all’incrocio tra via Vespucci e via Arconti, al semaforo tra via Roma e corso Sempione. Qui trascorrono le loro giornate, il cappello in mano, a caccia di qualche spicciolo. E la sera dormono in via Pacinotti, su materassi buttati in terra e in mezzo ai rifiuti. Accendendo anche dei fuochi per prepararsi la cena.

Una situazione che ha esasperato i residenti «L’amministrazione prende atto degli articoli relativi alla presenza di abusivi all’interno di immobili di proprietà delle Ferrovie dello Stato», si legge nel comunicato diffuso dal comune.

«Queste pubblicazioni si aggiungono a segnalazioni effettuate direttamente agli uffici, a comunicazioni durante il consiglio comunale (da parte del forzista , ndr) e a verifiche effettuate dalla Polizia locale». Il municipio «condivide la preoccupazione di quanti abitano nelle vicinanze e ne comprende il disagio».

A fronte di tutto ciò il sindaco «ha avviato un’azione di informazione e aggiornamento con la prefettura e la questura, allo scopo di porre in essere un più incisivo contrasto alla permanenze di abusivi sul territorio». Una presenza, ammette Palazzo Borghi, «che risulta sempre più problematica per quanto concerne sicurezza e igiene pubblica».

La Polizia locale sta studiando quanto «operato dalle autorità a Busto Arsizio e Varese nello scorso mese di luglio». Ovvero a controlli effettuati «su cittadini extracomunitari e comunitari risultati non in regola, sprovvisti di documenti e dediti in modo recidivo all’occupazione abusiva, all’accattonaggio anche attraverso lo sfruttamento di minori e a reati contro il patrimonio».

In questi casi le indagini «hanno portato a provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale, fogli di via con rimpatrio obbligatorio, revoca dei permessi di soggiorno, diffide dal fare ritorno nei comuni interessati per tre anni». L’obiettivo è replicare le stesse procedure a Gallarate: i residenti di via Pacinotti sperano che si passi presto dalle parole ai fatti.

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