«Risponderà anche la Regione». La battaglia delle parti civili

Il legale della famiglia di una delle presunte vittime del medico saronnese: «Vogliamo risarcimenti»

«Abbiamo citato, e sono stati accolti dal giudice, quali responsabili civili, Regione Lombardia, la società ospedaliera della Valle Olona, competente per il presidio sanitario di Saronno, dove si sono verificati i fatti, oltre a tre figure apicali della struttura ospedaliera di Saronno. Avanzeremo nel corso del processo istanza di congrue richieste risarcitorie per i fatti ascritti agli imputati». A fornire il chiarimento è l’avvocato di parte civile del Foro di Como, che assiste i Lauria, una delle famiglie delle quattro morti sospette in corsia.

L’inchiesta di cui si parla ovviamente è quella che vede coinvolto , accusato di quattro morti sospette in corsia, l’ex amante , accusata, insieme a Cazzaniga, della morte del marito, . Oltre a una serie di medici dell’ospedale di Saronno, accusati a vario titolo di omessa denuncia e favoreggiamento.

Anche Regione Lombardia è stata quindi tirata in ballo nel processo avviato in udienza preliminare nelle ultime settimane.

«Lo scorso 25 luglio – ha ricordato l’avvocato Gualdi – insieme alle altre parti civili avevamo presentato istanza per la citazione dei responsabili civili sui quali ricade una responsabilità rispetto agli omicidi dei pazienti. La stessa richiesta, presentata e accolta, anche dall’avvocato che assiste la famiglia Guerra per quel che riguarda l’omicidio in ambito familiare. Il giudice ha infine accolto le nostre istanze disponendo l’ordine di citazione per il prossimo 19 settembre».

L’avvocato Gualdi è stato chiaro: «Le figure di responsabili civili – spiega il legale – per quanto ci riguarda sono l’azienda sanitaria della Valle Olona e poi Regione Lombardia. Riteniamo che in virtù delle disposizioni di legge attuali, tra cui una legge regionale del 2009, ricadano sull’ente delle chiare responsabilità».

«Gli elementi dell’inchiesta – insiste Gualdi – sono così granitici sia dal punto di vista degli elementi oggettivi e soggettivi che spaziano non solo dalle denunce fatte da chi ha vissuto in prima persona, ma anche da intercettazioni telefoniche, oltre che da elementi documentali che comprovano i fatti. Da Regione Lombardia, per un recupero di immagine del comparto sanitario, mi aspetto una chiamata, per sederci davanti al tavolo delle trattative per chiudere in maniera dignitosa e decorosa la vicenda. Bisogna dare serietà: vogliamo che Regione Lombardia ammetta le proprie responsabilità e abbia voglia correttamente di chiuder un capitolo triste per quanto è di sua competenza».

Dopo la pausa estiva, si tonerà in aula davanti al gup di Busto Arsizio nel mese di settembre.