Omicidio nel carcere di Milano: il killer del karaoke colpisce ancora

Domenico Massari, noto per l'omicidio della sua ex moglie Deborah Ballesio nel 2019, ha recentemente commesso un altro omicidio in carcere, uccidendo un compagno di cella. Questo tragico evento si aggiunge alla sua storia segnata da crimini violenti

Un’altra tragedia scuote il carcere di Milano Opera, dove il detenuto Domenico Massari, già condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’ex moglie, è accusato di aver ucciso un compagno di cella. Il 58enne, protagonista di precedenti crimini, ha nuovamente commesso un omicidio, questa volta ai danni del 67enne Antonio Magrini, recluso per reati legati alla droga.

Secondo le prime ricostruzioni, venerdì scorso, poco dopo la chiusura delle celle, una lite per futili motivi ha avuto un epilogo tragico. Magrini è stato colpito alla testa e successivamente strangolato da Massari, in un alterco legato apparentemente alla divisione degli spazi all’interno del carcere. L’autorità giudiziaria ha avviato le indagini per fare luce su questo ennesimo caso di violenza dietro le sbarre.

Domenico Massari, noto come “il killer del karaoke”

L’OMICIDIO DEL KARAOKE

Massari, già noto come “Il killer del karaoke”, aveva commesso un omicidio atroce nel luglio 2019, uccidendo l’ex moglie Deborah Ballesio nei Bagni Aquario di Savona. Armato di una pistola rubata, aveva sparato cinque colpi alla donna, ferendo anche altre persone presenti. Dopo il delitto, tentò una fuga disperata, minacciando un automobilista di dirigersi verso Sanremo, dove alla fine si costituì alle autorità.

Il movente sembrava essere legato a questioni finanziarie: Massari già precedentemente aveva incendiato un club di lap dance posseduto insieme alla vittima. La storia di Deborah Ballesio e Domenico Massari era, infatti, intrisa di tensioni e problemi finanziari, legati soprattutto all’attività imprenditoriale che avevano condiviso. Per questo reato, Massari aveva già scontato una pena di tre anni e due mesi.

Dopo quell’incidente, era stato emesso un divieto di avvicinamento nei confronti della vittima, ma la rabbia e il risentimento sembravano aver continuato a bruciare nell’animo di Massari. In tribunale, il colpevole confessò la sua motivazione: “Volevo solo i miei soldi”, dichiarò, facendo riferimento a un presunto tesoro nascosto che, secondo lui, la vittima gli avrebbe sottratto.