«Sotto casa ogni notte sirene e polizia A Bruxelles ho paura: mi affido a Dio»

Lara Comi, eurodeputata forzista, ci racconta la sua vita quotidiana a tu per tu con l’allarme terrorismo. «Io accetto il Ramadan, loro accettino il presepe». «Ermolli? Nell’ultimo anno era stato lontano da Fi»

Da Bruxelles a Varese, con Lara Comi, che in questo fine settimana è nella sua Saronno, con un’agenda piena zeppa di impegni.

Il quartiere al centro dell’attenzione è più o meno sotto casa mia. Ogni mattina tra le 4 e le 5 si sentono sirene e si vedono lampeggianti per le strade.

Il primo sentimento è la paura, ma è naturale. Non ci vado a cuor leggero a Bruxelles e a Strasburgo, però ci vado, affidandomi al buon Dio.

Anche per noi è strano doversi sottoporre ai controlli quando si passa il confine. Ma se è un passo indietro nella libertà di movimento, serve per farne quattro in avanti e sconfiggere il terrorismo. Anche se ho qualche dubbio sull’efficienza della polizia belga….

Chapeau alle nostre forze dell’ordine per come hanno gestito l’Expo e ora il Giubileo.

L’Isis sta utilizzando la scusa della religione per creare un conflitto religioso che non c’è. Ma piuttosto che scendere in piazza a fare cortei, preferirei che gli imam e i musulmani che ci sono in Italia dessero una mano concretamente nella lotta al terrorismo.

Per prima cosa, mi piacerebbe che suggerissero alle loro donne di andare in giro a volto scoperto, perché il velo non è obbligatorio per la religione islamica. Secondo, che evitassero di isolarsi nei quartieri e nelle moschee. Sia chiaro, sono tutti ben accetti, se rispettosi nei confronti delle nostre tradizioni. Non credo che debbano avere nessun problema a vedere il Presepe, come noi del resto non ci facciamo problemi nell’accettare che i musulmani facciano il Ramadan oppure che nelle nostre scuole si adeguino i menu delle mense scolastiche. Sono anche queste forme di integrazione.

Io dico assolutamente sì al Presepe, ma anche al crocifisso nelle aule scolastiche. Sono i simboli della nostra identità e non possono in alcun modo dare fastidio a nessuno, ma devono solo essere rispettati. Quello del Presepe nelle scuole non è un problema di oggi. Ora qualcuno lo sta strumentalizzando perché ci sono stati gli attacchi terroristici di Parigi, ma il problema della difesa dei valori cristiani esisteva già da prima. I presidi che non volevano fare il Presepe per non urtare la sensibilità delle famiglie di altre religioni c’erano già quattro-cinque anni fa. È la politica che in quel caso non era stata abbastanza reattiva. Ora fanno bene a rivendicarlo, meglio tardi che mai.

Ne ho parlato a Saronno con i ragazzi della scuola Bascapè. Lo dicono loro per primi: il mio compagno di classe non è un nemico perché musulmano. L’Isis deve essere combattuta insieme, così come insieme dobbiamo chiedere loro aiuto per combattere la mafia e la criminalità organizzata. Anche perché abbiamo di fronte dei “terroristi 2.0”.

Sono di origini musulmane, sì, ma sono cittadini europei. Non so quanto possa essere efficace chiudere le frontiere perché sono già qui. Uno dei terroristi belgi era addirittura il fratello di un funzionario del Comune di Bruxelles. Salah è passato dall’Ungheria, quindi vuol dire che i muri di Orban non bloccano i terroristi, perché questi ultimi non arrivano insieme ai clandestini. Non è detto che non possano esserci casi in questo senso, ma i clandestini sono uno strumento in mano della criminalità organizzata, più che del terrorismo. Ecco perché è sbagliato metterli sullo stesso piano.

Parla di Ermolli? È stato il mio vicecoordinatore. Parlare di addio è forzato, nell’ultimo anno non aveva mai partecipato all’attività politica di Forza Italia. Non è uno strappo, ma il dialogo spero possa continuare all’interno della coalizione di centrodestra.

Io sono molto contenta di come stia andando Forza Italia in provincia di Varese. Abbiamo fatto dei congressi democratici, in cui chi aveva una linea contraria avrebbe potuto candidarsi. Ma siccome nessuno si è candidato contro, vuol dire che le divisioni interne facevano parte del gossip politico ed erano il frutto di una voglia di visibilità di qualcuno.

Per le alleanze, spero si vada tutti insieme alle amministrative. Non c’è un problema tra la Comi e la Lega, semmai c’è un problema di dialogo con qualcuno della Lega, perché io con uno come Giorgetti ci parlo senza problemi. Sono loro ad essere divisi al loro interno, non noi.

Sì, purché candidati e valori siano condivisi. Se qualcuno vuole imporli, meglio andare da soli. E se qualcuno pensa che Forza Italia non sia all’altezza, è un problema suo. Mi auguro che queste posizioni siano scavalcate dalle dichiarazioni di quei leghisti che ci vogliono al tavolo della coalizione.

Posso dire che i leghisti hanno ascoltato quello che io ho dichiarato molto tempo fa. Era una critica per il bene di Varese e non nei confronti di un partito che voleva mettere il suo simbolino sulla città.

L’ho detto a Giorgetti e a Fontana, siamo pronti al dialogo. Non parliamo di nomi, ma di programmi e proposte su cui discutere.

Sarebbe un ottimo sindaco, come è un ottimo consigliere regionale. È il nostro candidato di punta, ma dipende dalla sua disponibilità. Di eccellenze in Forza Italia non ne mancano.

Sono stata eletta con le preferenze, non posso che essere favorevole. Purché le primarie siano fatte bene, perché se sono come quelle che hanno fatto passare la candidatura di De Luca in Campania, non ci siamo.

Mi sembra che siano tutti candidati molto bravi. Conosco più Marantelli che Galimberti, ma più che esprimere una preferenza, faccio a tutti loro un bocca al lupo. E che vinca il migliore.

Non temiamo nessuno, ma dobbiamo trovare un candidato forte per vincere a Varese.