Al citofono: «Siamo il Fisco» Invece è una truffa

Truffe porta a porta nel capoluogo: delle persone si presentano alla porta come “incaricati delle Agenzie delle Entrate”, ma non è così

– La nuova campagna della Rai per costringere anche gli irriducibili a pagare il canone per la Radiotelevisione italiana arriva porta a porta nelle case dei varesini, attraverso persone che si presentano al citofono qualificandosi come «incaricati delle Agenzie delle Entrate».

«Ma non è così, sono dei privati cittadini, dei procacciatori di contratti per la precisione, gli stessi ingaggiati ad esempio dagli operatori telefonici – avverte della Federconsumatori – Presentandosi come incaricati delle Agenzie delle Entrate agiscono sul filo dell’illegalità».
Secondo gli ultimi dati diffusi da viale Mazzini, l’evasione del canone Rai tra Varese e provincia sfiora il 20 per cento per un totale di oltre sette milioni di euro. Una bella cifra e poco importa se in percentuale siamo comunque più

virtuosi della media nazionale (dove si calcola che a non pagare sia in media una famiglia su quattro). Così la Rai, nel tentativo di recuperare entro fine anno un po’ di denari, ha adottato una nuova strategia da affiancare alla solita campagna anti-evasione combattuta per posta con delle lettere dai toni perentori allegate a semplici bollettini in bianco inviati ai nuclei familiari «inadempienti».
Una strategia che vorrebbe essere più aggressiva ed efficace perché basata su un’azione diretta, porta a porta.

Pare che la Rai si sia rivolta a delle agenzie per mettere in campo dei «procacciatori di contratti» che si presentano direttamente a casa dei presunti evasori qualificandosi come «incaricati dell’Agenzia delle entrate». «Ma non sono dei pubblici ufficiali e non hanno nessun tesserino di riconoscimento – avverte De Lorenzo – Quindi i cittadini che ricevono la loro visita non sono tenuti a farli entrare in casa».
Questi procacciatori non fanno altro che consegnare dei bollettini per sottoscrivere un nuovo abbonamento (un po’ come accade a chi compra per la prima volta un televisore) assicurando che basta pagarlo per azzerare ogni debito con la Rai.
«La verità è che si tratta ancora una volta di una campagna abbonamenti e di aggressione alla morosità che spara nel mucchio, senza tenere conto di chi davvero non è tenuto a pagare il Canone», avvertono dalla Federconsumatori.

Non tutti i nuclei familiari sono tenuti a pagare il canone Rai e se è vero che nella stragrande maggioranza dei casi chi non paga lo fa per evadere (le ragioni sono molteplici, dalla pura e semplice disonestà alla protesta, sostenuta più volte anche da alcune forze politiche a cominciare dalla Lega, che ne ha fatto uno dei suoi mantra), ci sono anche dei nuclei familiari che legittimamente si rifiutano di pagare l’obolo alla Rai.
Si tratta ad esempio delle case in cui non c’è un televisore, perché non è mai stato acquistato o perché è stato eliminato (ma in questo caso bisogna dimostrare di averlo smaltito in discarica, con tanto di ricevuta, o fornire i dati completi del destinatario cui è stato donato).
Oppure particolari convivenze tra persone che non sono parenti, ad esempio amici, colleghi o studenti che decidono di vivere insieme sotto lo stesso tetto per compagnia o più spesso per dividere le spese per la casa, ma per l’anagrafe ciascuno di loro costituisce un nucleo familiare indipendente dall’altro.
Infine è prevista un’esenzione per chi ha 75 anni di età e con un reddito non superiore a 6.714 euro, in pratica 516,46 euro al mese.
Una soglia che supera leggermente la pensione minima ma facilmente superabile visto che al reddito concorrono anche depositi bancari e postali e soprattutto se la cifra in questione riguarda il reddito dell’intero nucleo familiare.