Zuffa nella moschea A casa col timpano perforato

Il padre del bimbo ferito nella rissa: «La comunità non si è interessata, non verremo più qui a pregare». Replica il portavoce: «Se uno si fa male in oratorio i genitori non vanno più in chiesa?»

– Va in moschea per la preghiera di Ramadan, torna a casa con un timpano perforato. È successo a un ragazzino gallaratese di 11 anni. Tutto è avvenuto sabato sera. Il piccolo Abdul, questo il suo nome, si è recato insieme al padrein via Pacinotti. Ovvero dove la comunità islamica ha allestito, come avvenuto negli ultimi anni, un tendone all’interno del quale viene celebrata la preghiera durante il mese di Ramadan.Domenica sera, oltre agli aspetti liturgici,

era stata anche organizzata una cena comunitaria per spezzare il digiuno imposto ai fedeli durante il mese di purificazione. Una volta arrivati, il bimbo ha notato alcuni coetanei, di nazionalità pakistana, che si stavano picchiando.
«Un ragazzo della sua età ne stava strangolando un altro», racconta il padre facendosi aiutare dalla figlia, «d’istinto mio figlio è intervenuto per difenderlo». Abdul è riuscito nell’intento, visto che il secondo ragazzino è scappato. Il primo, però, si è vendicato colpendolo con uno schiaffo tra l’orecchio e la guancia sinistra. «Sul momento non mi ha detto nulla, ma quando siamo tornati a casa abbiamo capito che stava male. E ci ha raccontato tutto». Subito la famiglia, che risiede nella zona di Cajello, si è recata al pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Antonio Abate.