Sea, Modiano sul referendum «Sbagliato dire no per ripicca»

«L’accordo è l’accordo»: il presidente di Sea Pietro Modiano è netto. Non si va oltre l’ipotesi sottoscritta con le sigle sindacali (autonomi a parte) per l’avvio di Airport Handling e le nuove condizioni di lavoro nella newco. La strada maestra è stata tracciata, da qui non ci si sposta.

«L’unica alternativa è l’accordo, un accordo eccellente di cui volutamente parlo al presente e non al passato. Ora serve un momento di riflessione per tutti. Dobbiamo recuperare calma e serenità», sostiene Modiano.

A margine dell’inaugurazione del nuovo volo per Toronto, ieri mattina al terminal 1 di Malpensa, il presidente di Sea ha risposto alle domande dei giornalisti: «L’accordo si è chiuso alla fine di ogni nostra capacità negoziale. Soltanto qualche tempo fa, sarebbe stato impensabile poter giungere a un simile contenuto di tutele per i lavoratori. Chi ha votato “no” al referendum si è sbagliato. Anche se ci sono motivi di insoddisfazione verso l’azienda, votare “no” è stato un errore perché l’insoddisfazione nulla c’entra».

Intanto ieri il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi è stato sentito dalla commissione Lavori pubblici del Senato: al centro della discussione il Piano nazionale degli aeroporti. Lupi ha parlato di un’«Alitalia forte nei voli di lungo raggio», facendo riferimento all’intesa con Etihad e chiedendo «una rete di treni ad alta velocità che colleghi i tre maggiori scali italiani: Fiumicino, Malpensa e Venezia». Resta il nodo Linate, dove la compagnia araba vorrebbe mettere radici a scapito della brughiera.

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