Varese, barista aggredito “Reagire all’omofobia”

VARESE «Un segnale forte dalle istituzioni». Dopo l’aggressione omofoba avvenuta venerdì sera al Salotto di viale Belforte, sconcerto tra le forze politiche. Il primo a dire la sua è il consigliere comunale del Pd Andrea Civati. Che auspica da parte dell’amministrazione comunale una presa di posizione ufficiale contro questo atto di violenza.

«Le istituzioni devono dare un segnale forte di vicinanza a chi è stato colpito e di condanna contro gli aggressori – dice Civati – questo è il primo passo. Non basta infatti condannare l’episodio. Occorre dare un segnale di sostegno. E in questo senso l’approvazione della proposta sul riconoscimento da parte del Comune delle coppie di fatto, sia eterosessuali che omosessuali, presentata dall’associazione ArcoBalengo, rappresenterebbe un passo in avanti per Varese. Oltre che un segnale per dire da che parte sta il mondo politico della città».

Non solo passaggi istituzionali, ma una forte presa di coscienza collettiva sulle discriminazioni. Questo l’auspicio di Angelo Zappoli, ex consigliere comunale di Sel e responsabile dell’associazione ArcoBalengo. «Sicuramente occorre la presa di posizione delle istituzioni – aggiunge Zappoli – ma non basta. A Varese non è la prima volta che assistiamo ad epidosi di intolleranza. Certo, molto spesso non fanno clamore e restano seminascosti. Ma questo significa che è necessario ancora di più creare una coscienza civile».

Secondo Zappoli, occore un maggiore movimentismo da parte della società civile che lotta per il riconoscimento dei diritti di tutti. «Il riconoscimento della proposta di ArcoBalengo sulle coppie di fatto sarebbe un passo in più. Ma bisogna anche lavorare sull’opinione pubblica. Occorre scendere in piazza, fare cultura e comunicazione su queste tematiche. So che detto da me, che non vivo in prima persona una condizione difficile e a rischio discriminazione, potrebbe sembra facile. Chi, sul posto di lavoro o in altri ambiti, deve lottare ogni giorno contro la discriminazione potrebbe non sentirsela di giocarsi anche in ambito pubblico. Ma sono convinto che un passo debba essere fatto. E puntare ancora di più a esprimere un proprio orgoglio così da essere di esempio per tutti gli altri».Insomma, una mobilitazione per i diritti civili a Varese.

Ma la maggioranza, al momento, non ci sta. E, boccia già da subito la richiesta di approvare la proposta sulle coppie di fatto. La condanna della violenza invece è netta. «Condanno la violenza – dice il consigliere comunale del Pdl Giacomo Cosentino – un atto come questo non doveva accadere. La mia solidarietà ai ragazzi. Ma chiedo a tutti, ed in particolare all’opposizione, di non strumentalizzare la vicenda. Non fa bene a nessuno, nemmeno alle vittime».

«Un gesto incivile di violenza – commenta il segretario cittadino Marco Pinti – ma non credo che dietro ci sia un movente omofobo. Questo non giustifica l’aggressione, semplicemente ritengo che non ci sia un movente discriminatorio. Se mi fossi trovato in mezzo, non avrei mai pensato di essere stato attaccato perché leghista».
Insomma, il Carroccio nega le motivazioni omofobe. «Varese non ha mai avuto casi di intolleranza veramente significativi – prosegue Pinti – tant’è vero che in città sono presenti molti locali gay-friendly, anche in centro e questo non ha mai disturbato nessuno».

e.marletta

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