Mortale in curva alla Rasa Maurizio tornava a casa

VARESE La chiamano “la palestra”, perché gli appassionati di velocità la usano per mettere alla prova i propri riflessi. Ma ieri a pagare un tributo di sangue alla strada provinciale della Rasa è stato un uomo che, dopo una giornata di lavoro, aveva soltanto voglia di tornare a casa sua.

Si chiamava Maurizio Parapini, aveva 54 anni e abitava a Luino, in via Creva 32, all’interno della Residenza Sabrina. È morto attorno alle 17.15 a causa di un devastante incidente stradale che ha visto coinvolta la sua motocicletta, una Bmw GS 1200 gialla, e una Alfa Romeo 147 nera.

A bordo dell’automobile c’era una donna di 40 anni residente a Induno Olona. Anche lei è rimasta ferita nello schianto: trasportata all’ospedale di Circolo per un trauma cranico e per diverse altre contusioni, se la caverà.

Lo scontro pressoché frontale è avvenuto in curva, all’altezza del civico 96. La donna era partita pochi minuti prima dalla pizzeria La Motta Rossa, tra la Rasa e il Brinzio, e si dirigeva verso Varese. «Era davanti a me – racconta un motociclista – io scendevo a 60-70 all’ora, ma lei mi ha seminato».

Lui non ha assisitito alla collisione, ma è stato il primo a tentare di soccorrere Parapini. «Da dietro la curva ho visto schizzare il bauletto e altri pezzi della Bmw», dice.

L’esatta ricostruzione dell’incidente è affidata alla polizia locale di Varese. Ma sembra che, affrontando in discesa una curva verso destra, l’Alfa 147 abbia allargato la traiettoria. Dall’altra parte, purtroppo, saliva Parapini.

Sull’asfalto non c’è segno di frenata, segno che nessuno ha avuto il tempo di accorgersi dell’altro. La scontro è stato così violento da far rimbalzare la pesante moto indietro di una ventina di vetri, mentre l’automobile, colpita nella parte anteriore sinistra, è piroettata su se stessa.

Sbalzato in avanti, Parapini ha sfondato il cristallo dell’Alfa e poi è piombato a terra. Anche la donna al volante, nonostante gli air-bag, ha colpito il vetro con la testa, e le ciocche bionde lasciate sui vetri infranti dimostrano la forza con cui è stata proiettata in avanti.

Il ferito a terra è stato soccorso anche da alcuni residenti: uno gli teneva la bocca aperta attraverso il casco, un altro gli praticava il massaggio cardiaco: «Ma era già in midriasi, purtroppo era chiaro che non ce l’avrebbe fatta». I medici dell’Areu hanno poi tentato il tutto per tutto per rianimarlo, ma anche loro hanno dovuto arrendersi: Parapini è spirato prima di giungere in ospedale. Con lui, sono cinque i motociclisti morti in provincia di Varese negli ultimi 15 giorni, mentre un altro versa ancora in gravi condizioni al Circolo.

e.marletta

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