La beffa del DC-9 è una grande storia. Che però nasconde una grande bugia

L’editoriale del nostro Francesco Caielli

La storia della beffa del DC-9 (che a noi, se dobbiamo dirla tutta, puzza tanto di “sola” rifilata a Volandia) è a suo modo meravigliosa. Il comunicato del museo del volo che, sommessamente, ammetteva lo “scambio” ci ha acceso la lampadina: la curiosità ha fatto il resto, la potenza del web ci ha dato una mano.
Ci abbiamo messo un paio d’ore per ricostruire tutto: la storia dei due aerei gemelli e i loro destini così

diversi. Uno (quello vero, quello della Coppa del Mondo e della partita a scopone con Pertini) travolto dall’aereo del presidente russo Eltsin mentre, parcheggiato a Mosca, aspettava di caricare Massimo D’Alema. L’altro (quello che arriverà a Volandia) utilizzato da Alitalia per addestrare i suoi piloti e poi dimenticato in un hangar. Una storia che è stato bellissimo ricostruire, verificare e raccontare. Ma una storia che nasconde una bugia di fondo.
Perché se per mesi ci è stato detto che Volandia avrebbe ospitato l’aereo del mondiale, se il presidente di Alitalia Montezemolo ha annunciato il salvataggio di un pezzo di storia del paese, se Volandia si è contesa il DC-9 con il Coni che l’avrebbe voluto per il suo museo, significa solo una cosa. Che qualcuno l’ha raccontata grossa a qualcun altro.
Crediamo ciecamente nella buona fede degli amici di Volandia, perché li conosciamo. Accoglieranno l’aereo, lo metteranno a disposizione dei visitatori. Un consiglio, però, se possiamo: accantonate l’idea di ricostruire la scena della partita a scopa con le statue di cera di Pertini, Zoff, Bearzot e Causio. Non aggiungiamo a questa storia un’altra bugia.


La risposta di Maroni


La risposta del Museo Volandia


La storia del DC-9 e del suo gemello


L’editoriale del nostro Francesco Caielli